Tutto sulla francese Natixis, al centro dello scontro fra Generali e Caltagirone
Il progetto di Generali con Natixis. La posizione di Caltagirone. E gli scenari sul risparmio gestito. Fatti, nomi e approfondimenti sul gigante francese
Il progetto di Generali con Natixis. La posizione di Caltagirone. E gli scenari sul risparmio gestito. Fatti, nomi e approfondimenti sul gigante francese
Tensioni e subbugli sul progetto Generali -Natixis. Ecco che cosa sta succedendo.
DOSSIER NATIXIS TRA GENERALI E MPS
Il 27 dicembre la holding della famiglia Del Vecchio, Delfin, è salita a poco meno del 10% di Mps “nell’ambito di una complessiva operazione di “share forward” e “collar share forward”, spiega la Consob, in cui Delfin potrebbe essere stata aiutata da Natixis. Come ha scritto StartMag lo scorso 13 gennaio, la banca francese ha fatto una fulminea apparizione nel capitale del Monte il 30 dicembre, con una quota del 5,8% acquistata (a titolo di prestatario) e liquidata lo stesso giorno, per poi ricomparire il 6 gennaio con strumenti finanziari pari al 6,4% del capitale. Con Francesco Gaetano Caltagirone (al 5%) l’obiettivo di Delfin è prendere il posto del Mef a Rocca Salimbeni anche con un occhio alla partita che si giocherà in primavera sul governo societario delle Generali, di cui sono entrambi soci di peso. La compagnia triestina punta a concludere un accordo preliminare proprio con Natixis per un’alleanza nel risparmio gestito. L’obiettivo sarebbe quello di raggiungere un’intesa sui termini principali della struttura prima dell’investor day del Leone fissato per il 30 gennaio.
LA POSIZIONE DI CALTAGIRONE
Una prospettiva sgradita a Caltagirone, come si è evinto chiaramente dai giornali del gruppo Caltagirone schierati all’unisono e con titolazioni anche simili a difesa della “sovranità finanziaria”: emblematico l’articolo della firma di economia e finanza, lo storico giornalista e inviato Rosario Dimito, e l’editoriale dell’ex direttore del Sole 24 ore, Roberto Napoletano, ora direttore del Mattino. Il Fatto Quotidiano ha notato “che qualcuno sospetta che il suo recente rafforzamento nella società di gestione Anima (su cui Banco Bpm sta mettendo le mani) sia volto a spingerla proprio verso le Generali, progetto alternativo a quello con Natixis, che viene invece sostenuto dalla dirigenza di Trieste guidata dall’amministratore delegato, francese, Philippe Donnet. Si può, naturalmente, avere perplessità sull’operazione e condividerle. Tuttavia queste circostanze gettano qualche dubbio su quanto possa essere disinteressata una difesa del “risparmio degli italiani” da veri o presunti pericoli”.
CHE COSA HA SCRITTO IL SOLE 24 ORE SU GENERALI-NATIXIS
Secondo quanto ha riportato nei giorni scorsi il Sole24Ore, quando l’operazione tra Generali e Natixis sarà formalmente notificata alla presidenza del Consiglio dei ministri sarà fatta una valutazione per decidere se attivare la procedura del golden power. Uno degli elementi centrali attorno al quale sarà necessario ragionare è la tutela che verrà riservata alla mole di risparmio italiano che finirà nell’accordo. L’esito dell’istruttoria – prosegue il quotidiano – sarà dunque una diretta conseguenza di quelle che saranno le caratteristiche chiave dell’operazione ancora non formalmente chiusa ma sulla quale il Leone sta lavorando assiduamente. Dall’accordo nascerà una piattaforma, nella quale verranno fatti confluire poco meno di 2 mila miliardi di euro di asset (650 miliardi da parte di Trieste e 1.200 miliardi da parte del gruppo francese) sarà partecipata al 50% da Generali Investments Holdings (controllata del Leone) con Natixis che avrà l’altro 50%.
I TERMINI DEL PROGETTO GENERALI-NATIXIS
L’assetto di governo attualmente al vaglio prevederebbe infatti che tocchi prima a Trieste definire la guida della partnership, che dovrebbe restare in capo alla compagnia italiana per i successivi cinque anni. Poi scatterebbe l’alternanza. Salvo che non vengano raggiunti precisi obiettivi. Nel qual caso, il Leone potrebbe assicurarsi altri cinque anni di governo societario. Non è poi previsto alcun patto parasociale, nessun accordo tra i soci per disciplinare l’eventuale intesa e la successiva exit. L’accordo avrebbe invece tra gli obiettivi principali la volontà di ottenere risparmi di costi attraverso le economie di scala.
I TEMPI DELL’OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS
Il via libera alla firma di un Mou (Memorandum of understanding) tra Generali e il gruppo francese Natixis sarà sottoposto al cda della Leone di Trieste lunedì 20 gennaio. “Prima, domenica, si riunirà il Comitato per gli Investimenti che esamina tutte le operazioni di M&a superiori ai 250 milioni di euro – ha scritto ieri il quotidiano Repubblica – Il Comitato è composto da sei membri, di cui 4 consiglieri indipendenti e due non indipendenti, che sono Lorenzo Pellicioli e Clemente Rebecchini. Poi la palla passerà al cda che esaminerà in dettaglio i termini dell’intesa, che dovrebbe prevedere il passaggio, sotto il cappello di una joint venture al 50%, delle società di gestione appartenenti ai due gruppi. Generali e Natixis faranno gestire le masse di risparmio di loro proprietà a questa joint venture attraverso contratti di mandato vincolanti, che avrebbero una durata di sette anni senza possibilità di recesso. I mandati di gestione dovranno però rispondere a una asset allocation preparata a monte dai proprietari degli asset, cioè Generali, Natixis e tutti gli altri clienti istituzionali”.
CHE COSA FA NATIXIS
Ma cosa fa di mestiere Natixis? Chi sono gli azionisti e chi la governa? Partiamo dalla sua nascita, il 17 novembre del 2006 quando viene creato un gigante francese da 25 miliardi di euro, quarta banca nel Paese, dalle nozze delle attività non retail del gruppo Caisse d’Epargne con quelle di Banques Populaires. Nel dettaglio, Natixis nasce dalla fusione di Ixis, investment bank nata anche con la partecipazione del Sanpaolo Imi, e Natexis, quella delle Banques Populaires. L’accordo viene raggiunto nonostante l’opposizione iniziale della Caisse des Depots et Consignations (CDC), al tempo principale azionista del gruppo Caisse d’Epargne. Le due banche riescono finalizzare il loro progetto solo con l’uscita dal capitale del gruppo Caisse d’Epargne della CDC in cambio di un assegno di 7 miliardi.
I NUMERI
Natixis oggi è uno dei più grandi gestori patrimoniali al mondo, è controllata per oltre il 70% da Groupe BPCE, il secondo gruppo bancario in Francia con 100.000 dipendenti e 35 milioni di clienti. BPCE distribuisce le attività di gestione patrimoniale e di asset management in tutto il mondo con Natixis Investment Manager e gestisce i grandi clienti con Natixis Corporate & Investment Banking. Il patrimonio gestito delle società affiliate di Natixis IM al 30 settembre 2024 è pari a 1.279 miliardi di euro. I gruppi di distribuzione e servizio di Natixis Investment Managers comprendono Natixis Distribution, L.P. (società d’intermediazione statunitense a finalità limitata e distributore di varie società d’investimento registrate presso la Sec (la Consob americana), che si avvale dei servizi di consulenza delle affiliate di Natixis Investment Managers), Natixis Investment Managers S.A. (Lussemburgo), Natixis Investment Managers International (Francia) e le rispettive affiliate di distribuzione e servizio nel mondo.
LA GOVERNANCE DI NATIXIS
Il 6 novembre 2024 è stato annunciato una piccola rivoluzione nella governance della società. In seguito alle dimissioni della ceo, Stéphanie Paix, per motivi di salute, il consiglio di amministrazione presieduto da Nicolas Namias ha nominato Mohamed Kallala e Philippe Setbon come direttori generali e vice amministratore delegato. Le nomine sono diventate effettive dallo scorso 1° gennaio. Kallala si occuperà in particolare della gestione del corporate e investment banking (Natixis CIB) e Setbon dell’asset e wealth management (Natixis IM), sotto la supervisione diretta del presidente di BPCE, Namias. Mentre la Paix è diventata senior advisor sempre dell’azionista di controllo BPCE.
CHI E’ IL CAPO AZIENDA
Mohamed Kallala ha iniziato la sua carriera nel 1993 come trader in Bnp Paribas prima di essere nominato, nel 1995, direttore del dipartimento fusioni e acquisizioni di Crédit Agricole Indosuez. È entrato in Natixis nel 2005 iniziando come responsabile delle attività di consulenza immobiliare poi nel 2010 è nominato responsabile dei finanziamenti immobiliari e nel 2016 responsabile globale dell’investment banking. All’inizio del 2020 è diventato responsabile globale delle attività globali di Natixis Corporate & Investment Banking e nel 2023 responsabile globale delle attività di Natixis CIB.
GLI INTRECCI NATIXIS-GENERALI
Quanto al neo vice ad, Setbon ha iniziato la sua carriera nel 1990 come analista finanziario nella filiale di Parigi di Barclays prima di lavorare per dieci anni nel gruppo Azur-Gmf, come responsabile della gestione patrimoniale. Nel 2004 è entrato nel gruppo Generali dove ha ricoperto successivamente diversi incarichi dirigenziali: è stato amministratore delegato di Generali Investments France, poi CEO di Generali Investments Sgr e chief investment officer dell’intero gruppo triestino. Che ha lasciato nel 2013 per prendere il timone di Groupama Asset Management per poi diventare direttore generale di Ostrum Asset Management e infine direttore generale di Natixis Investment Managers.