Trump mette i dazi sulla Cina, Pechino risponde

La Cina ha annunciato stamattina l’aumento delle tariffe doganali su una serie di prodotti statunitensi, poco dopo l’entrata in vigore di un dazio del 10% sulle merci in entrata negli Stati Uniti provenienti da Pechino.Il Telegraph ha rivelato che Donald Trump sta prendendo in considerazione l'idea di imporre una tariffa del 10% su tutte le importazioni Ue, graziando forse la Gran Bretagna. Ieri la sterlina si è apprezzata. In Asia Pacifico. Indice Nikkei di Tokyo +0,7%. Hang Seng di Hong Kong +2%. Restano chiuse le borse di Shanghai e Shenzhen.

Feb 4, 2025 - 13:58
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Trump mette i dazi sulla Cina, Pechino risponde

La guerra commerciale degli Stati Uniti si è placata con i paesi vicini ed è entrata nel vivo con il rivale più importante, la Cina. I mercati sono passati nel giro di poche ore dal panico, al sollievo, di nuovo in uno stato di attenzione preoccupata.

La Cina ha annunciato stamattina l’aumento delle tariffe doganali su una serie di prodotti statunitensi, poco dopo l’entrata in vigore di un dazio del 10% sulle merci in entrata negli Stati Uniti provenienti da Pechino. In aggiunta, l'Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato ha aperto un’indagine su Google per presunte violazioni delle norme antitrust. Pechino introduce dazi del 15% sul carbone e sul gas naturale liquefatto, del 10% sul petrolio e sulle attrezzature agricole provenienti dagli Stati Uniti.

"L'imposizione unilaterale di dazi da parte degli Stati Uniti viola gravemente le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio", ha dichiarato il ministero delle Finanze cinese in una nota. "Non solo non aiuta a risolvere i propri problemi, ma mina anche la normale cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti". Le misure includono anche il controllo sulle esportazioni di materiali a base di tungsteno e l’aggiunta di due società (PVH e Illumina), a un elenco di entità non affidabili. Gli Stati Uniti hanno fornito circa il 6% delle importazioni cinesi di GNL lo scorso anno, secondo i dati di tracciamento delle navi.

Nel giro di poche ore, ieri il presidente degli Stati Uniti ha sospeso temporaneamente gli incrementi delle tariffe sul Messico e sul Canada.

Con una mossa che sembra una retromarcia ma che potrebbe far parte di una tattica negoziale, Trump ha congelato i dazi per un mese al Messico dopo una conversazione "molto amichevole" con la presidente Claudia Sheinbaum, che "ha accettato di inviare immediatamente 10.000 soldati al confine con gli Usa" con lo scopo specifico di "fermare il flusso di fentanyl e di migranti illegali" negli Usa. "Abbiamo questo mese per lavorare e convincerci a vicenda che questa è la strada migliore da seguire", ha detto Sheinbaum in una conferenza stampa.

Trump ha riferito di aver avuto una prima buona conversazione anche con Justin Trudeau ma la svolta è arrivata solo dopo la seconda chiamata. A dare per primo la notizia della sospensione per 30 giorni dei dazi è stato lo stesso premier (dimissionario) canadese su X. Il leader canadese ha messo sul piatto un piano da 1,3 miliardi di dollari per rafforzare i controlli al confine con "nuovi elicotteri, tecnologia e personale, un migliore coordinamento con i nostri partner americani, maggiori risorse per fermare il flusso di fentanyl" e circa 10.000 persone in prima linea". "Inoltre - ha spiegato - il Canada sta prendendo nuovi impegni per nominare uno zar del fentanyl, definiremo i cartelli come terroristi, garantiremo occhi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 sul confine, lanceremo una forza d’attacco congiunta Canada-Usa per combattere la criminalità organizzata, il fentanyl e il riciclaggio di denaro.

'Tariff Man', come si è autodefinito il presidente americano, ha lamentato "un deficit massiccio" di 350 miliardi di dollari e accusato il Vecchio Continente di aver "abusato per anni degli Usa". "Ora vogliono fare un accordo ma deve essere equo", ha avvisato. Nella sua logica puramente commerciale, Trump vuole qualcosa in cambio anche da Kiev: "L'accesso alle terre rare in cambio del nostro aiuto”. Il Telegraph ha rivelato che il tycoon sta prendendo in considerazione l'idea di imporre una tariffa del 10% su tutte le importazioni Ue, graziando forse la Gran Bretagna, nel più classico stile divide et impera.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire intorno alla parità, future del Dax di Francoforte -0,1%.

E' terminata stanotte la seconda e ultima sessione di lavoro dedicata al tema della difesa dei leader del Consiglio europeo riuniti nel 'ritiro' a Bruxelles. Il confronto è stato definito "franco e aperto” da alcune fonti presenti alla discussione. Capacità, diverse opzioni di finanziamento, governance e competitività, oltre alla necessità di rafforzare la base industriale europea, sono stati i temi sul tavolo. I leader hanno fornito indicazioni alla Commissione europea e all'Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, sul prossimo Libro bianco sulla difesa atteso a marzo.

"Per tempi straordinari è possibile avere strumenti straordinari e credo che stiamo vivendo tempi straordinari", ha detto Ursula von der Leyen a proposito della possibilità di deroghe dal Patto di stabilità e crescita. Grazie ad una maggiore flessibilità, si ”libererà spazio fiscale aggiuntivo nei bilanci degli Stati membri". Von der Leyen ha poi detto che le pratiche per i prestiti della Bei "cambieranno, sono intenzionati a farlo" e questo avrà un impatto anche sulle procedure del “settore bancario privato”.

In Asia Pacifico. Indice Nikkei di Tokyo +0,7%. Hang Seng di Hong Kong +2%. Restano chiuse le borse di Shanghai e Shenzhen. Accelera la borsa di Mumbai, indice BSE Sensex +1%.

Il petrolio Brent perde circa l’1,5% a 75,4 dollari il barile. Euro alla settima seduta consecutiva di flessione a 1,030.

All’indomani della pubblicazione del dato sull’inflazione nella zona euro, il Bund riparte da 2,38% di tasso di rendimento, sui minimi dell’ultimo mese.