Trump contro la Corte penale dell’Aja: cosa prevedono le sanzioni Usa. Monito dell’Onu
In Italia intanto il governo attacca il tribunale sulla vicenda Almasri. Salvini e Tajani: “Dovrebbe essere indagato invece che indagare”. Il caso finisce al Parlamento Ue che ne discuterà in seduta plenaria
![Trump contro la Corte penale dell’Aja: cosa prevedono le sanzioni Usa. Monito dell’Onu](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/N2YzNzhjNTAtMmJlNC00/0/donald-trump-ansa.jpg?#)
New York. 7 febbraio 2025 – La Corte penale dell’Aja al centro dell’agenda politica e mediatica internazionale. Mentre il governo italiano polemizza sull’azione del tribunale in merito al caso Alamsri, arriva a sorpresa la mossa di Donald Trump. Il presidente Usa ha infatti ordinato sanzioni contro la Corte che ha la funzione di indaga e processare per i reati di
crimini di guerra, crimini contro l'umanità, genocidio e aggressione (nel senso di aggressione di un Paese a un altro).
La vicenda italiana non c’entra. C’entra invece il mandato di arresto spiccato dai giudici per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sospettato di crimini contro l’umanità nella guerra a Gaza. Netanyahu ha ringraziato, definendo il gesto dell’alleato “coraggioso". Ma l’ordine esecutivo di Trump punta il dito anche contro le indagini della CPI sui presunti crimini di guerra commessi dai soldati americani in Afghanistan. Va detto che né Usa né Israele sono membri della Corte penale internazionale, di cui fanno parte 125 Paesi (non aderiscono, tra gli altri, anche India, Iran, Egitto, Arabia Saudita, Turchia, Pakistan, Iraq, Libia e Sudan).
Le sanzioni
Ma in cosa consistono le sanzioni? Il testo del decreto firmato dal presidente degli Stati Uniti e diffuso dalla Casa Bianca, proibisce l'ingresso negli Usa ai funzionari, a dipendenti e agenti della CPI, nonché ai loro familiari più stretti e a chiunque sia ritenuto aver collaborato al lavoro investigativo della Corte. Prevede anche il congelamento di tutti i loro beni negli Stati Uniti.
Già nel precedente mandato il presidente degli Stati Uniti Trump aveva preso di mira Fatou Bensouda, allora procuratore della Corte.
Il monito Ue e Onu
La Corte reagisce “condannando” le sanzioni Usa che “danneggiare il loro giudiziario indipendente e imparziale" dei propri funzionari. Per il presidente del Consiglio Ue Antonio Costa “minano il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso”. “L'ordine esecutivo rappresenta una seria sfida al lavoro della Cpi con il rischio di influenzare le indagini e i procedimenti in corso, anche per quanto riguarda l'Ucraina, incidendo su anni di sforzi per garantire la responsabilità in tutto il mondo" afferma invece un portavoce della Commissione europea.
“Rammarico” per l’iniziativa americana è stata espressa dall’Olanda. "Il lavoro della Corte e' essenziale per la lotta contro l'impunita'", ha affermato il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp su X. L'Onu ha chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni. "Deploriamo profondamente le sanzioni individuali annunciate ieri contro il personale della Corte e chiediamo che questa misura venga revocata", ha dichiarato la portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani. Difficilmente le sue parole faranno breccia sul tycoon, che ha di fatto disconosciuto le Nazioni Unite, ritirando gli Usa dall’organizzazione.
L’Italia e il caso Almasri
In Italia intanto si infiamma il dibattito su una presunta indagine della Cpi a carico del governo italiano che ha liberato il comandante libico Almasri, accusato di stupri e torture, poco dopo l’arresto in ottemperanza a un mandato di cattura emesso proprio da L’Aja.
"Condivido le parole del ministro Tajani. Invece di indagare dovrebbe essere indagata", ha commentato oggi il vicepremier Matteo Salvini, plaudendo alle parole del collega. Il governo continua a fare muro dopo l’informativa in Parlamento. Nel frattempo la delegazione di Alleanza Verdi Sinistra al Parlamento Europeo ha presentato oggi un'interrogazione scritta alla Commissione Ue per denunciare il ruolo del governo italiano nella liberazione, ottenendo il dibattito in seduta plenaria.