Sinner e il caso clostebol, il numero uno della Wada rilancia l’accusa di doping: «È responsabile delle azioni del suo staff»
A metà aprile è atteso il processo presso il Tas, in cui verrà chiarito se sarà confermata o meno l'assoluzione del numero uno al mondo L'articolo Sinner e il caso clostebol, il numero uno della Wada rilancia l’accusa di doping: «È responsabile delle azioni del suo staff» proviene da Open.
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«Un atleta professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff: questa è la quintessenza dell’antidoping». Con queste parole Witold Banka, numero uno polacco dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada), ha spiegato la decisione di fare ricorso contro l’assoluzione di Jannik Sinner nelle pagine del quotidiano Rzeczpospolitej. Il riferimento è ovviamente al famigerato caso clostebol, lo steroide anabolizzante che è stato trovato in due test effettuati al numero uno Atp lo scorso marzo durante e dopo il torneo di Indian Wells. «Non crediamo che Sinner abbia assunto deliberatamente sostanze dopanti, ma richiamiamo l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta per le azioni dei suoi collaboratori», ha ribadito Banka. Il processo del tribunale sportivo, il Tas, sarà il 16 e il 17 aprile mentre per la sentenza definitiva bisognerà attendere metà maggio, dopo gli Internazionali di Roma.
I dubbi della Wada: «Licenziamento del fisioterapista? Basato su premesse razionali»
Lo scorso agosto il tribunale indipendente nominato dalla International Tennis Integrity Agency aveva assolto Jannik Sinner per «totale assenza di colpa o negligenza». La positività, infatti, era stata causata da una contaminazione con il Trofodermin, uno spray usato dal suo fisioterapista Giacomo Naldi – ora licenziato – che in quei giorni lo aveva sottoposto a massaggi di routine pur avendo un taglio a un dito della mano. Proprio questo avrebbe dunque infettato Sinner con il clostebol attraverso piccole ferite cutanee. Una spiegazione che, come ha spiegato Banka, non ha soddisfatto la Wada: «A muovere il ricorso dell’agenzia è il principio della responsabilità oggettiva», ha detto. E poi ha aggiunto, con un filo di sospetto: «La decisione del licenziamento (del fisioterapista, ndr) è sostanziale e basata su premesse razionali».
Sinner e il caso Iga Swiatek: «In comune hanno solo che sono i tennisti più forti al mondo»
La stessa Wada, qualche settimana fa, aveva però scelto di non fare ricorso contro la sospensione di un mese patteggiata dalla tennista polacca Iga Swiatek. Ma per Banka le situazioni sono «completamente diverse e non possono essere paragonate». In entrambi i casi, ha spiegato, la procedura seguita è stata identica, con la richiesta di un parere da parte di un esperto esterno. «Una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina, come nel caso di Swiatek, è una cosa. Mentre lo steroide contenuto nell’unguento utilizzato dal suo più stretto collaboratore è qualcosa di completamente diverso». Certo, in tutti e due gli atleti sono state trovate tracce minime di queste sostanze, ma la paura è che un innalzamento delle soglie porti a una diffusione del microdosaggio. In ogni caso, ha concluso, «l’unica cosa che accomuna questi casi e’ il fatto che stiamo parlando di due dei migliori tennisti del mondo».
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