Morto Giampaolo Ferretti, fece grande Capannoli con le cucine e il ciclismo

Si è spento all’età di 85 anni. Con i fratelli fondò il celebre mobilificio. Puntarono anche sulla bici per farsi conoscere e nel ’71 arrivò la maglia rosa

Jan 15, 2025 - 03:13
Morto Giampaolo Ferretti, fece grande Capannoli con le cucine e il ciclismo

Capannoli (Pisa), 15 gennaio 2025 – La Valdera è costretta a dire addio a quello che è stato uno dei protagonisti dei grandi successi nazionali dell’industria del mobile. Giampaolo Ferretti si è spento a Capannoli all’età di 85 anni. Fu uno degli artefici, con i fratelli, del mobilificio Fratelli Ferretti. Nei primi anni ’50 due dei quattro fratelli facevano i trasportatori di mobili e generi vari, ed erano in contatto con molte ditte di arredamento: una di queste, che si trovava a Peccioli, offrì ai Ferretti di rilevarla. Dopo due anni l’azienda arrivò a Capannoli dove i fratelli Renzo, Piero, Erasmo e Giampaolo costruirono il primo edificio continuando ad ingrandirsi fino ad arrivare al grande stabilimento di via Volterrana.

E’ nell’Italia che va, quella del boom economico degli anni ’60, che inizia l’epopea Ferretti capaci di fare concorrenza ai tedeschi con l’intuizione di specializzarsi nelle cucine componibili: una scelta che ha segnato un’epoca aprendo le porte ad un concetto nuovo di arredare. L’espansione fu travolgente grazie a due intuizioni: l’ innovazione tecnologica dei macchinari, e l’idea di spostare la vendita delle cucine nelle mostre del mobilio dopo che fino ad allora erano appannaggio dei negozi di elettrodomestici. A tutto questo i Ferretti aggiunsero il design con prodotti vincenti sul mercato.

Un successo dai numeri importanti: la Ferretti arrivò ad avere 400 dipendenti, molti di questi erano giovani e questo arrestò, a Capannoli, il flusso migratorio verso altri centri industriali. Perchè qui c’era la Ferretti, diventata non solo un’eccellenza toscana, ma possiamo dire italiana. La strada che portava agli stabilimenti si popolava di gente nell’orario dell’entrata e dell’uscita dal lavoro.

Dicevamo un successo nazionale. Quattro fratelli, al timone della società Ferretti e quattro fratelli in sella. La Ferretti è stata anche una squadra di ciclismo su strada attiva tra il 1969 ed il 1972. A Capannoli, i Ferretti pensarono alla bici per farsi conoscere con quella corazzata che fece sognare gli appassionati del pedale. Era esattamente il 10 giugno del 1971, cinquantaquattro anni fa, quando lo svedese Gosta Pettersson con la maglia della Ferretti Cucine di Capannoli concludeva da vincitore il 54° Giro d’Italia dopo aver conquistato la maglia rosa a quattro giornate dalla conclusione sul traguardo di Falcade. Hanno vestito la maglia della Ferretti anche il belga Albert Van Vlierberghe e il livornese Mauro Simonetti che si aggiudicò anche la Coppa Agostoni nel 1972. Il commendator Giampaolo è stato uno dei protagonisti di questa grande storia. Un imprenditore importante. Fu anche presidente di Assoarredo dal 1992 al 1998, e fu fino al 2002 anche presidente di Cosmit e uno degli ideatori dell’attuale salone del Mobile di Milano.