Make Europe Great Again: le mire di Elon Musk in Europa
Influencer, produttori di podcast, pagine social e profili già molto popolari rilanciati sul suo account X seguito da oltre 215 milioni di persone in tutto il mondo. È la nuova “rete” che il patron dell’ex Twitter, oltre che di Tesla e SpaceX, Elon Musk si è costruito negli ultimi mesi, soprattutto negli Stati Uniti, e […]
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Influencer, produttori di podcast, pagine social e profili già molto popolari rilanciati sul suo account X seguito da oltre 215 milioni di persone in tutto il mondo. È la nuova “rete” che il patron dell’ex Twitter, oltre che di Tesla e SpaceX, Elon Musk si è costruito negli ultimi mesi, soprattutto negli Stati Uniti, e che ora punta ad arrivare anche in Europa, passando dall’Italia.
Tutto cominciò a fine novembre con un (ex) tweet: «You are the media now» (letteralmente: “Ora siete voi i media/l’informazione”). Da allora lo slogan si è diffuso a macchia d’olio tra i sostenitori suoi e del presidente statunitense Donald Trump. Ma è sempre più usato anche nel Vecchio continente, dove l’uomo più ricco del mondo appoggia movimenti di estrema destra come Alternative fur Deutschland (AfD) in Germania e il britannico Reform UK Party. “Gente d’Europa: unitevi al movimento Mega”, ha scritto all’inizio del mese su X. “Make Europe Great Again”. La prima mossa della sua nuova campagna in Europa però sembra essere partita dal nostro Paese.
L’annuncio dall’Italia
«Nei giorni scorsi, alcuni rappresentanti europei di Elon Musk hanno avuto un incontro con gli amministratori di realtà social legate al mondo dell’informazione indipendente, tra cui, per l’Italia, Welcome to Favelas», ha annunciato il 23 gennaio scorso la nota pagina Instagram, che con oltre un milione di follower pubblica contenuti di denuncia di situazioni di degrado. «Al momento, le parti hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni ufficiali, ma l’incontro è stato giudicato dai partecipanti come necessario e molto stimolante», ha concluso il post, chiuso con l’hashtag #youarethemedianow e con un’immagine di Musk che saluta (romanamente?).
Ma è stato poi il fondatore e amministratore della pagina, Massimiliano Zossolo, a fornire qualche dettaglio in più, quantomeno sulle finalità dell’operazione, che non è stata annunciata in altro modo né confermata dall’entourage di Musk.
«Ora è il momento di costruire un sistema d’informazione decentralizzato, non più monopolio dei vecchi e inaffidabili media tradizionali», ha spiegato il fondatore di Welcome to Favelas sul suo profilo personale. «Al centro di questo nuovo modello devono esserci le persone, non i cosiddetti “professionisti dell’informazione”. È fondamentale contrastare la diffusione delle fake news, anche quando queste provengono da fonti governative, garantendo un dibattito sano e la libertà d’espressione per tutti per limitare la crescente polarizzazione», ha continuato Zossolo, che ha poi chiuso con la citazione di una canzone di Vasco Rossi: «E si girano gli eserciti e spariscono gli eroi? Se la guerra poi adesso cominciamo a farla noi?».
Un’iniziativa costata molte critiche al fondatore di Welcome to Favelas, che ha da subito negato ogni presunto intento “eversivo”: «Mi accusano delle cose più assurde, di voler disgregare l’Europa (?) di essere Putiniano (sempre stato contro l’invasione russa e contro Putin), di sostenere il partito Afd in Germania (mai cacato in vita mia), per non parlare di centinaia e centinaia di minacce di morte che ricevo (…) solo per aver parlato con uno che ha parlato con Elon Musk», ha risposto sempre sul suo profilo personale. «Qualcuno è arrivato a dire che sono pagato dalla Cia: questi mi hanno scambiato per Pinochet».
A giudicare dalla successiva produzione social della sua pagina, sempre più spesso targata #youarethemedianow (malgrado lo stesso Musk abbia più volte chiesto agli utenti di non ricorrere agli hashtag sui social), Zossolo non ha affatto cambiato linea “editoriale” rispetto a prima dell’annunciato incontro con un emissario del patron di X. Al di là del rilancio della notizia della visita del fratello di Elon, Kimbal, a Palazzo Chigi e dei tre milioni stanziati dalla Fondazione Musk per sostenere progetti archeologici, culturali e di conservazione legati all’antica Roma, Welcome to Favelas continua infatti a pubblicare segnalazioni di degrado, casi di mala-gestione soprattutto a livello locale e, alcune volte, singole storie di aggressioni, spesso ai danni di donne. Nulla a che fare con l’attivismo politico dimostrato da ben altri profili rilanciati da Musk in Europa e non solo.
Viva il MEGA!
Il prototipo è l’imprenditore australiano Mario Nawfal, fondatore di IBC Group, azienda di consulenza internazionale sulla blockchain e incubatore di imprese digitali. Autoproclamatosi un pioniere del “giornalismo partecipativo”, con un profilo X da quasi due milioni di follower e il programma “The Roundtable Show” che con ogni episodio raccoglie centinaia di migliaia di visualizzazioni su Twitter Spaces, è tra gli influencer più rilanciati dall’uomo più ricco del mondo.
Di origini libanesi, secondo un’inchiesta della NBC, Nawfal è stato oggetto di diverse denunce di appropriazione indebita dall’FBI e dalla U.S. Securities & Exchange Commission (SEC), da cui è stato poi scagionato. Secondo la sua biografia pubblicata su Entrepreneur.com, Nawfal si è cimentato in varie iniziative imprenditoriali prima di entrare nel mondo delle criptovalute nel 2017, quando ha fondato l’IBC Group. L’anno successivo poi è diventato partner dello studio International Blockchain Legal mentre nel 2020 ha co-fondato e assunto l’incarico di amministratore delegato della NFT Technologies. A fine gennaio poi ha lanciato la sua meme-coin $MARIO (una forma di criptovaluta), che in sole 12 ore ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di oltre 100 milioni di dollari. Il tutto costruito sulla sua popolarità online, a cui il patron di X ha contribuito non poco rilanciandone i tweet. Nawfal si trova infatti spesso d’accordo con la linea di Musk, che non lesina commenti ai suoi post e di cui è l’unico “abbonato”, e si occupa volentieri della guerra in Ucraina, come delle elezioni tedesche del prossimo 23 febbraio o delle proteste in corso in Serbia. L’imprenditore australiano però ha scritto spesso anche della nostra premier Giorgia Meloni, soprattutto dei suoi incontri con Donald Trump ed Elon Musk e per difenderne le posizioni contro l’immigrazione. Ma non è l’unico profilo seguito e rilanciato dall’uomo più ricco del mondo ad assumere tale postura.
In Europa infatti Elon può contare su sostenitori sempre più popolari. Prima fra tutti la tedesca Naomi Seibt, giovane sostenitrice di AfD, scettica sui cambiamenti climatici e sulle misure anti-Covid. Il primo contatto social tra Musk e la bionda 24enne, seguita anche da Nawfal insieme ad altri 391mila utenti di X, risale alle europee dello scorso giugno quando il patron di Tesla commentò il post in cui Seibt rivendicava il suo voto per l’estrema destra, chiedendole «perché alcuni reagiscono così negativamente riguardo ad AfD». Allora la ragazza gli rispose in privato, cominciando una conversazione che non è mai davvero finita. Da allora infatti, secondo un’analisi di Reuters, i due profili hanno interagito almeno 40 volte, accelerando la crescita dei follower della giovane, conosciuta in Germania soprattutto per i suoi post contro Greta Thunberg. Seibt però non è l’unica ad aver beneficiato del suo rapporto “social” con Musk.
Anche l’estremista di destra Peter Imanuelsen, che su X conta oltre 855mila follower, ha goduto delle risposte e dei retweet (e della conseguente ondata di like) dell’uomo più ricco del mondo. Il 30enne, che si definisce “giornalista svedese”, è un fotografo nato in Norvegia, cresciuto tra la Svezia e gli Usa e attualmente residente nel Regno Unito, possedendo la doppia cittadinanza britannica, che è stato accusato a più riprese di antisemitismo dall’organizzazione antirazzista Hope not Hate.
Non sappiamo se Seibet, Imanuelsen o altri siano stati contatti come Zossolo dai rappresentanti di Musk in Europa, anche se questi profili, proprio come quelli citati nell’annuncio di Welcome to Favelas, sembrano riconducibili a “realtà social legate al mondo dell’informazione indipendente”. Ma viste le interazioni con il profilo del patron di X e l’allineamento alle sue opinioni, anche politiche, costituiscono una sorta di “rete” di informazione alternativa già molto apprezzata dall’uomo più ricco del mondo, capace di raggiungere un pubblico vastissimo, senza alcuna intermediazione.