L’hacker Calamucci: “Il numero 2 dei Servizi Segreti è a capo di un’agenzia di spionaggio parallela”. Ma il generale annuncia querela
Il generale dei carabinieri Carlo De Donno, vicedirettore dell’Aisi, l’Agenzia dei Servizi segreti interni, sarebbe a capo di un’agenzia di intelligence privata e parallela, denominata Squadra Fiore, composta da membri attuali e passati delle forze dell’ordine che vendeva a soggetti privati accessi abusivi ai database del ministero dell’Interno. Lo sostiene Samuele Calamucci, hacker indagato a […]
Il generale dei carabinieri Carlo De Donno, vicedirettore dell’Aisi, l’Agenzia dei Servizi segreti interni, sarebbe a capo di un’agenzia di intelligence privata e parallela, denominata Squadra Fiore, composta da membri attuali e passati delle forze dell’ordine che vendeva a soggetti privati accessi abusivi ai database del ministero dell’Interno. Lo sostiene Samuele Calamucci, hacker indagato a Milano e Roma per reati tra cui l’associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo di sistemi informatici. La vicenda è raccontata dal Fatto Quotidiano. De Donno, da parte sua, smentisce tutto e si dice pronto a querelare Calamucci.
Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso autunno le Procure di Milano e Roma hanno avviato due diverse inchieste sue due presunte attività criminali legate a un mercato nero delle informazioni riservate. Nel caso di Milano, il centro dello spionaggio sarebbe stato individuato nella società di investigazioni Equalize, con sede in via Pattari, a pochi passi dal Duomo. A Roma, invece, i magistrati hanno messo nel mirino la cosiddetta Squadra Fiore, una sorta di servizio segreto parallelo e clandestino formato da funzionari dello Stato infedeli.
L’inchiesta romana è partita dopo alcune rivelazioni fatte da Calamucci, indagato a Milano insieme diverse persone tra cui l’ex super poliziotto Carmine Gallo ed Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano e titolare della Equalize. Calamucci e Gallo ora sono indagati anche a Roma.
Secondo gli inquirenti, Calamucci sarebbe stato il collante delle due reti. L’hacker milanese, socio di un’agenzia di investigazioni e consulente della Equalize, è stato interrogato dai pm capitolini lo scorso 20 gennaio nella caserma dei Ros di Milano. E davanti ai pm avrebbe sostenuto – secondo quanto riferisce il Fatto Quotidiano – che a capo della Squadra Fiore c’era De Donne, numero due dell’Aisi. In particolare, avrebbe spiegato di conoscere il generale dei carabinieri “dai discorsi fatti sia da Gallo che da Pazzali, che lo avrebbero indicato come persona a loro vicina”.
Dagli atti romani emergerebbe anche la presunta sede della Squadra Fiore, che si troverebbe al civico 22 di piazza Bologna a Roma. Calamucci ci sarebbe stato almeno due volte per un dossieraggio ai danni di Leonardo Maria Del Vecchio, figlio 29enne del defunto patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio: in quelle occasioni l’hacker milanese avrebbe subito minacce dai presunti membri della Squadra Fiore.