Lavoro, si cambia: ora le aziende devono pensare al benessere dei dipendenti
Che cosa ci aspetta nel Mercato del lavoro nei prossimi cinque anni? Sono 5 i fattori (Fonte: Rapporto biennale The Future of Jobs 2025 di World Economic Forum) che incideranno di più: cambiamenti tecnologici frammentazione geopolitica incertezze economiche variazioni demografiche transizione ecologica Il booster principale sarà l’intelligenza artificiale, che distruggerà qualche forma di impiego ma […] L'articolo Lavoro, si cambia: ora le aziende devono pensare al benessere dei dipendenti proviene da ilBollettino.
Che cosa ci aspetta nel Mercato del lavoro nei prossimi cinque anni? Sono 5 i fattori (Fonte: Rapporto biennale The Future of Jobs 2025 di World Economic Forum) che incideranno di più:
cambiamenti tecnologici
frammentazione geopolitica
incertezze economiche
variazioni demografiche
transizione ecologica
Il booster principale sarà l’intelligenza artificiale, che distruggerà qualche forma di impiego ma ne creerà anche. In questa logica il 50% degli imprenditori – sempre stando al Rapporto WEF – potrebbe dover ripianificare il proprio business. Due terzi, assumere personale con competenze in questo campo, mentre il 40% valuta di ridurre l’organico laddove i compiti possano essere svolti dall’AI. Ma niente paura: secondo le previsioni i posti di lavoro aumenteranno di circa il 7%, per un totale di 78 milioni di posizioni in più, a compensazione delle perdite.
Crescerà il costo della vita (ma anche gli stipendi)
Si stima che la crescita dell’economia rallenterà, preoccupando il 42% degli imprenditori per l’impatto che potrà avere. Il timore è che possa comportare la distruzione di tre milioni di posti di lavoro, mentre in risposta se ne genereranno solo due. Nel frattempo il costo della vita continuerà a salire. Per l’esattezza, secondo le proiezioni, la cifra sarà del 3,2% entro la fine del 2030 a livello globale. In questo secondo caso potrebbe derivarne un aumento dell’occupazione pari a 4 milioni di posti di lavoro. Un’altra ipotesi riguarda gli stipendi, che dovrebbero aumentare: la riduzione è quotata solo al 7%.
Le competenze più ricercate
Il pensiero analitico sarà la prima competenza cui i recruiter guarderanno. Sarà essenziale per sette aziende su dieci. Perché è vero che l’intelligenza artificiale si sostituirà agli umani, ma solo nei compiti più ripetitivi. Lo stesso non potrà accadere – almeno per ora – nelle capacità di ragionamento. Resilienza, flessibilità, leadership e “influenza sociale” saranno le altre caratteristiche ricercate. Perderanno di importanza, secondo il 24% degli intervistati nel Rapporto, abilità come destrezza manuale e resistenza.
Il well being per attrarre talenti
Altro tema chiave per le aziende sarà quello di assumere personale qualificato e riuscire a trattenerlo. Una delle sfide dalla pandemia in poi, da quando cioè cambiare lavoro di continuo è considerato la normalità, specie per le nuove generazioni. La strategia sarà puntare sulla salute mentale e sul benessere dei dipendenti. Sale anche molto l’attenzione sulle politiche per l’inclusione e la diversità, applicate ormai dall’83% degli intervistati contro il 67 del 2023.
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