Il senso delle fumate sulla Corte costituzionale

Come si intrecciano autonomia differenziata e composizione della Corte costituzionale. Il taccuino di Guiglia.

Jan 18, 2025 - 10:12
Il senso delle fumate sulla Corte costituzionale

Come si intrecciano autonomia differenziata e composizione della Corte costituzionale. Il taccuino di Guiglia

L’essere o non essere del referendum per abolire l’autonomia differenziata è già stato fissato per lunedì prossimo, quando la Corte Costituzionale sarà chiamata a valutare l’ammissibilità del quesito per abrogare il testo originario della riforma-Calderoli. Una riforma, però, che nel frattempo la stessa Corte ha radicalmente modificato, in parti significative cancellandola e in parti importanti raddrizzandola e innovandola con le sue vincolanti interpretazioni. Dunque, i giudici dovranno dare una difficile risposta sulla richiesta di eliminare una legge che, di fatto e di diritto, non è più quella.

Ecco perché la formazione di undici giuristi sui quindici del plenum destinata a decidere, cioè i rimasti dopo la recente fine di mandato dei 9 anni per quattro loro colleghi, attende che al novantesimo il Parlamento elegga i sostituti. Ma anche la fumata di ieri, che si susseguiva ad altre col nulla di fatto, è stata nerissima: manca l’accordo tra maggioranza e opposizione per far entrare in campo i 4 nuovi giuristi.

“Siamo nel pieno del compromesso costituzionale, c’è un confronto costruttivo che ci consentirà presto di chiudere”, dice, in zona ormai Cesarini, Francesco Boccia, presidenti dei senatori del Pd. Pochi e ultimi giorni, quindi, per la fumata bianca delle Camere in seduta comune.

La difficoltà sarebbe trasversale e si riferirebbe a come indicare i candidati (pur con i requisiti professionali richiesti): scelta di natura politico-istituzionale, come un ministro, sottosegretario, parlamentare o un ex della compagnia? Oppure tecnica, ossia un costituzionalista o giurista, spoliticizzato o d’area che sia? L’interrogativo riguarderebbe in particolare Forza Italia e una parte dell’opposizione.

Ma è inutile addentrarsi sui nomi prescelti o sulle alchimie partitiche per addetti ai lavori. Fatto è che la Corte si trova al minimo della composizione previsto per poter esaminare e prendere una decisione. Trattandosi, poi, di un referendum e su un tema così caldo come l’autonomia differenziata, sarebbe doveroso che la Corte fosse al gran completo. Anche per evitare polemiche dopo il verdetto sul referendum. Le opposte parti politiche subito direbbero che tale verdetto è figlio della mancata elezione di 4 membri, che ha fatto pendere la Consulta in un modo o nell’altro. Una diatriba che è nell’interesse di tutti evitare. E comunque il Parlamento non fa una gran bella figura, dimostrandosi bloccato nell’esercitare una sua prerogativa di rilievo costituzionale.

Al resto penserà poi la Corte, che sui quesiti -ammetterli o no?- ha da tempo esercitato un ruolo molto creativo per allargare la propria giurisprudenza di ammissibilità a diversi parametri nella valutazione di un referendum. Ben al di là, come hanno osservato e protestato i più diversi promotori delle consultazioni, dell’articolo 75 della Costituzione. Che pure precisa in modo chiaro quali siano i temi (dalle leggi tributarie all’autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali) per i quali “non è ammesso referendum”.

Ma questa è tutta un’altra storia ancora da scrivere.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova
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