Il Community January 2025 del Tresor West contro i tagli del governo tedesco
Con i tagli al budget culturale tedesco, il Tresor West di Dortmund lancia il Community January 2025, un appello per salvare la scena underground, simbolo di identità e aggregazione sociale, minacciata da crescenti difficoltà economiche. Con una mossa degna di un plot twist in una commedia dell’assurdo, il governo tedesco ha deciso di ridurre il […] L'articolo Il Community January 2025 del Tresor West contro i tagli del governo tedesco sembra essere il primo su Parkett.
Con i tagli al budget culturale tedesco, il Tresor West di Dortmund lancia il Community January 2025, un appello per salvare la scena underground, simbolo di identità e aggregazione sociale, minacciata da crescenti difficoltà economiche.
Con una mossa degna di un plot twist in una commedia dell’assurdo, il governo tedesco ha deciso di ridurre il budget per il ministero della cultura di ben 130 milioni di euro per il biennio 2025-2026. Un taglio del 12% che non ha tardato a far insorgere malcontenti e proteste dal mondo dell’arte tedesco. Per un paese che si è sempre vantato di essere un punto di riferimento mondiale per la cultura artistica, questa mossa è una stonatura difficile da ignorare.
Ma mentre i burocrati fanno i conti, l’underground non resta a guardare: il Tresor West di Dortmund, succursale dell’iconico Tresor di Berlino e simbolo della scena elettronica internazionale, ha deciso di reagire con il Community January 2025.
La scelta del governo tedesco
Con l’inflazione alle stelle e una crisi economica che mordicchia ogni settore, il governo tedesco ha deciso di tirare la cinghia. Purtroppo, a farne le spese è proprio la cultura: teatri, musei, festival, e sì, anche quei club iconici che da decenni rappresentano l’anima pulsante delle città tedesche. Certo, infrastrutture e sicurezza sono importanti, ma è difficile non chiedersi che futuro abbia un paese che considera la sua identità culturale una spesa sacrificabile.
La Germania, che ha sempre giocato un ruolo fondamentale per la cultura underground elettronica – e non solo – europea, sembra ora disposta a barattare la propria anima per un bilancio più ordinato.
Come si legge nel post lanciato su Instagram dalla pagina Tresor West con l’hashtag #SaveTheUnderground, il 77% dei club nella Renania Settentrionale-Vestfalia (dati della Live Iniziative NRW, associazione della regione NRW degli operatori attivi nel settore dei concerti, dei club, degli eventi culturali e musicali) riportano difficoltà finanziarie o stanno considerando la chiusura.
Con questa presa di posizione da parte del governo tedesco – un governo che si è sempre proclamato e, in un certo senso, mostrato supporter di qualsiasi tipo di cultura – i club non sono più parte di un progetto di urbanizzazione che li valorizza, che li integra in una rete sociale unica al mondo. Viene scisso il loro ruolo di polo culturale di aggregazione dalla struttura del locale, che diventa solo l’ennesimo covo per persone che non hanno un posto nel mondo. Spoiler: ce l’hanno eccome. Tresor West, che questo concetto ce l’ha ben chiaro, vuole riportare l’underground tra le sue mura, evadendo dai presupposti ai quali dovrebbe piegarsi per poter sopravvivere a questi nuovi tagli.
Community January 2025: #Savetheunderground
Il Tresor West di Dortmund ha così deciso di lanciare il progetto Community January 2025 attraverso un appello sui suoi social usando, appunto, l’hashtag #SaveTheUnderground e chiedendo il supporto della sua community. Nel post si legge che anche loro rientrano in quel 77% di club che sta riscontrando difficoltà a tenere aperto e che, per salvare la pelle, hanno intenzione di intraprendere nuove strade, sia a livello di direzione artistica che di policy per i loro clienti. Questo è il Community January 2025, una nuova direzione per il loro “salotto” urbano.
Dichiarano quindi di voler uscire dagli schemi e combattere contro questa necessità di conformare la subcultura del mondo dell’elettronica prevedendo ingressi gratuiti e line up non annunciate. Per farlo, sottolineano, è necessaria la fiducia del suo pubblico e una visione condivisa che vada oltre quello che è diventato oggi il mondo del club. “Uscire non dovrebbe essere un privilegio”, scrivono, ed è per questo che non vogliono chiedere una quota di ingresso, che serviva principalmente a coprire i costi dei DJ, ma investono in artisti e crew locali e nel buon senso degli headliner che, si spera, arrivino a proporsi con fee più ragionevoli e volti a supportare il loro nuovo percorso.
Sfruttare la radicalizzazione nella cultura underground per combattere le difficoltà economiche che riscontra un’attività così affermata come la loro, può essere un ottimo spunto di riflessione anche per ognuno di noi. Loro concludono dicendo che in questi ultimi anni si sono battuti per salvare l’underground in ogni modo, chiedendosi se ora l’underground possa salvare loro. La domanda, però, che a questo punto potrebbe riecheggiare nelle nostre teste è: può l’underground salvare e salvarsi senza perdere la sua vera natura?
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