Frutta, pane e verdure: tutto il cibo che sprechiamo vale 130 euro a testa ogni anno

Il 5 febbraio è la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. Ogni giorno gettiamo 88,2 grammi di alimenti, 617,9 grammi alla settimana L'articolo Frutta, pane e verdure: tutto il cibo che sprechiamo vale 130 euro a testa ogni anno proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 4, 2025 - 13:16
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Frutta, pane e verdure: tutto il cibo che sprechiamo vale 130 euro a testa ogni anno

Di Osservatorio Waste Watcher International

Italiani più spreconi, ma anche un po’ più poveri: meno attenti nella gestione del cibo a casa, ma preoccupati per la possibilità di accedere al cibo sano e sostenibile: è una fotografia che sottolinea la crescente povertà alimentare del Paese, quella del Rapporto Il caso Italia 2025 consegnato dall’Osservatorio Waste Watcher International alle soglie della 12^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, il 5 febbraio 2025. E che dimostra come le buone pratiche con cui avevamo familiarizzato nelle stagioni pandemiche siano oggi un po’ in disuso: sale infatti l’asticella dello spreco alimentare domestico, gettiamo ogni giorno 88,2 grammi di cibo ovvero 617,9 grammi settimanali, con qualche novità alla testa della “hit” nefasta dello spreco: con la frutta fresca (24,3 grammi settimanali) guida la classifica il pane (21,2 grammi), scavalcando le verdure (20,5 grammi), l’insalata (19,4 grammi) e le cipolle, aglio e tuberi (17,4 grammi), spesso disponibili in confezioni sovradimensionate al fabbisogno. Lo spreco alimentare domestico vale 130,71 € pro capite ogni anno, mentre lo spreco di filiera del cibo in Italia costa complessivamente 14,101 miliardi €, pari a un peso di 4,513 milioni di tonnellate di cibo gettato dai campi dove viene prodotto alle nostre tavole (e pattumiere), passando per le fasi di distribuzione e commercializzazione. Il costo del solo spreco alimentare domestico è di 8242 miliardi €. Il 58,55% del costo dello spreco di filiera arriva dalle nostre case, il 28,5 % nelle fasi di commercializzazione del cibo.

Eppure, proprio mentre sprechiamo più cibo si allontana l’accesso al cibo sano e sostenibile: l’indice FIES di insicurezza alimentare 2025 sale del 13,95% (era + 10,27% nel 2024), in uno scenario generale in cui la povertà assoluta è aumentata in Italia dal 7,7% all’8,5% e addirittura è salita del 28,9% per le famiglie straniere.

“Mancano solo cinque anni al 2030, e 10 anni sono già trascorsi dall’adozione dell’Agenda di sostenibilità delle Nazioni Unite. Se ne parla spesso, senza mai verificare a che punto siamo realmente – spiega Andrea Segrè, fondatore della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International -. Per questo nel 2025 la Giornata che sensibilizza in Italia sullo spreco alimentare lancia la sua sfida a tutti i cittadini: per arrivare nel 2030 a uno spreco pro capite di 368,7 grammi settimanali, ovvero la metà dei 737,4 grammi registrati 10 anni fa al momento dell’adozione dell’Agenda 2030, dobbiamo tutti tagliare, ogni anno dal 2025 al 2029, circa 50 grammi di cibo, così da arrivare nel 2030 a uno spreco alimentare pro capite che non superi i 369,7 grammi settimanali, il traguardo previsto dall’Agenda delle Nazioni Unite che richiedeva all’Obiettivo 12.3 di dimezzare lo spreco di cibo fra il 2015 e il 2030. Cinquanta grammi di spreco in meno ogni settimana significa 1⁄4 di mela in meno nel bidone ogni settimana o 1⁄4 di bicchiere di latte in meno gettato negli scarichi, o una rosetta di pane in meno nell’umido. Ci possono guidare i suggerimenti antispreco e di buona cucina che troviamo nell’app Sprecometro.

Un focus del Rapporto “Il caso Italia” 2025 dell’Osservatorio Waste Watcher International si focalizza sul vino non consumato alla luce del nuovo Codice della Strada: il 48% degli intervistati – quindi 1 consumatore su 2 – si dichiara disponibile a portarlo a casa; meglio se in uno shopper o un contenitore in carta per il 53%.

Numeri che confermano come Rimpiattino, doggy bag (riutilizzabile e riciclabile, destinata al cibo e al vino non consumati nei ristoranti) ideata 10 anni fa in collaborazione con Fipe per incentivare comportamenti responsabili, rappresenti sempre di più un valido strumento per rafforzare, promuovere e diffondere la cultura antispreco.

Solo 3 italiani su 100 dichiarano di non cimentarsi mai ai fornelli, il 14% ha poco tempo e quindi dedica poca attenzione alla preparazione del cibo. E in cucina capita a tutti di attivare la propria strategia anti-spreco: 6 italiani su 10 (60%) attenzionano prima i cibi che considerano a ridosso di scadenza o congelano i cibi che non potranno mangiare a breve. Il 56% testa il cibo prima di buttarlo, anche se è già scaduto: se è buono lo utilizza comunque, Ma solo 1 italiano su 10 (11%) dona il cibo cucinato in eccesso a parenti o amici, e neppure aumenta la percentuale di italiani che chiede al ristorante una bag per portarsi a casa il cibo avanzato: 28%. Malgrado l’aumento costante degli ultimi 3 anni, gli italiani ritengono però di essere attenti alla questione spreco: il 94% dichiara che la propria famiglia è attenta o attentissima, solo il 6% si dichiara consapevole di prestare scarsa attenzione al cibo gettato.

Nei piccoli centri (fino a 30mila abitanti), invece, si spreca il 12% di cibo in più, le famiglie senza figli sprecano il 16% di cibo in più e le fasce socialmente svantaggiate sprecano addirittura il 26% di cibo in più: è facile dedurre, in questi casi, che la deperibilità del cibo più economico, ma di minore qualità, incida non poco sulla bilancia degli sprechi.

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