Donna sepolta in casa con 85 gatti sia morti che vivi: “Gli accumulatori che soffrono della Sindrome di Noè non riescono a farne a meno e a lasciarli andare”
La patologia si chiama "Sindrome di Noè" ed è un disturbo importante che porta ad accumulare gli animali senza garantirne il benessere L'articolo Donna sepolta in casa con 85 gatti sia morti che vivi: “Gli accumulatori che soffrono della Sindrome di Noè non riescono a farne a meno e a lasciarli andare” proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Sepolti in casa” e non è solo il titolo di una celebre trasmissione di Real Time, ma quello che è accaduto in casa di una signora di Brescia. I vicini hanno segnalato infatti la signora dopo una lunga convivenza fatta di lamentele e odori di urina e escrementi ormai divenuti insopportabili. Quello che è apparso davanti ai volontari dell’Enpa, insieme alla Polizia locale e agli operatori dell’Ats veterinaria, la scorsa estate è stato sconcertante: 85 gatti vivi e morti sporchi e lasciati all’incuria in 100 metri quadri di appartamento. Secondo la relazione che è stata stilata, dopo l’ispezione: “Porte e finestre sigillate da strati di escrementi, un odore insopportabile e un’atmosfera di degrado totale nel pieno del mese di agosto”.
La psicologa e psicoterapeuta Ilaria Falchi, interpellata da Fanpage, ha dato un nome alla sindrome, perché di questo si tratta, della signora. Il termine tecnico è “animal hoarding”, noto anche come “Sindrome di Noè”. “Gli accumulatori dopo aver raccolto gli animali non riescono a lasciarli andare neanche dopo morti. Nei casi più gravi si assiste anche al ritrovamento di corpi conservati nei modi più inusuali, ad esempio nel freezer. – ha detto – Alla base del disturbo c’è proprio la difficoltà per gli accumulatori di separarsi dagli animali, e si ipotizza che ciò derivi da un trauma dall’attaccamento, perché spesso sono vittime di forti traumi durante l’infanzia come lutti improvvisi, violenze, abusi, incuria”.
E ancora: “Non è il numero degli animali che definisce una situazione di accumulo. Sono state riscontrate situazioni di accumulo anche con ‘soli’ 5 animali, il segnale è da ricercarsi nelle condizioni degli animali, nel fallimento a provvedere alle loro minime esigenze di salute, di benessere, di alimentazione. In questi casi non basta togliere gli animali: la recidiva è del 100%. Bisognerebbe fare in modo che ci sia un intervento efficace che prenda in carico tutti: animali e persone”.
Infine: “Queste persone non sono criminali ma hanno un gravissimo disturbo, e un grandissimo disagio, che li porta a rinchiudersi, allontanandosi dalla società. Se non agiamo su questo non possiamo proteggere né le persone né gli animali”.
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