Repulisti nei Servizi segreti?

Che cosa succede tra governo e Servizi segreti. La lettera di Walsingham su un articolo del Foglio...

Feb 7, 2025 - 12:57
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Repulisti nei Servizi segreti?

Che cosa succede tra governo e Servizi segreti. La lettera di Walsingham su un articolo del Foglio…

Caro direttore,

stamattina sono stato svegliato da messaggini di miei antichi colleghi che, non sapendo come passare la giornata (come me, d’altronde), leggono di tutto e di più dalle rassegne stampa istituzionali.

Uno mi ha segnalato alcune agenzie sull’assegnazione a Gianni De Gennaro del “premio Cossiga” per l’Intelligence: mi pare a naso una fake news, visto quello che in pubblico e mi pare anche in Parlamento disse Cossiga di De Gennaro. Ma su questo mi riprometto di approfondire e, se ti interessa, scriverò un pezzo o una lettera.

Altri due mi hanno girato il medesimo articolo ma con chiose differenti. Mario ha commentato: “Evviva, inizia un salutare repulisti”. Domenico invece ha scritto: “Oddio, hanno intenzione di lottizzare”.

Incuriosito da questi due messaggini, mi sono messo di buzzo buono a leggere l’articolo in questione pubblicato dal quotidiano Il Foglio.

Il titolo (“Battaglia tra apparati di Stato”) non invogliava: tutto risaputo, mi sono detto.

Impressione corroborata dalle lettura del pezzo. Ma la chiusa dell’articolo è davvero tosta e notiziosa, diresti tu: “Una certezza complessivamente emerge: più di qualcosa nel comparto sicurezza italiano non funziona, è fuori controllo o si muove secondo logiche non precisamente limpide”.

L’articolo è firmato dal vicedirettore esperto di politica Salvatore Merlo, che mi dicono essere apprezzato dal centrodestra molto più di altri del Foglio.

Così in effetti penso che i miei amici – lettori più di me del quotidiano fondato da Giuliano Ferrara e ora diretto da Claudio Cerasa – abbiano visto giusto: il ceffone del Foglio ai casini dei Servizi segreti sui casi Abedini, Almasri, Caputi, Paragon ecc ecc può essere prodromico, diciamo, per novità ai vertici del “comparto sicurezza”, come si dice con un’espressione che non mi ha mai affascinato. E lo dico da ex addetto al comparto.

Tra l’altro, apro una parentesi sull’articolo di Merlo. Mi ha colpito molto – apprezzandolo – questo passaggio: “Il 16 dicembre, all’aeroporto di Malpensa, viene arrestato Mohammad Abedini Najafabadi, ingegnere iraniano. È accusato negli Stati Uniti di terrorismo e di violazioni legate alla tecnologia dei droni. È un pezzo grosso. Viene arrestato in Italia, ma nessuno negli apparati di sicurezza fa scattare un allarme che avverta l’ambasciata italiana a Teheran di rischi su possibili ritorsioni affinché prenda provvedimenti e avverta i cittadini italiani presenti in Iran”.

Se ne deduce che ci sono tensioni virulente, seppure ancora latenti, tra governo e ambienti dei servizi. Emblematico – anche secondo te, mi pare di capire da questo tuo tweet, pardon: post – il silenzio che vige su Formiche, testata specializzata in esteri, sicurezza e difesa, per il caso Almasri. (Ah, a proposito: ti informo che a breve il fondatore ed editore di Formiche, Paolo Messa, annuncerà un nuovo e prestigioso incarico in una partecipata di Stato dopo la fine – sorprendente e secondo me ingiusta – dell’esperienza nel gruppo Leonardo).

Conclusione, caro direttore: hanno ragione i miei due amici, anche se hanno commentato in maniera pressocché opposta il pezzo del Foglio. Insomma: il governo è stufo del casino che caratterizza gli ambienti dei Servizi segreti e immetterà persone di fiducia o farà promuovere fedelissimi.

Si è sempre fatto così, quindi tu diresti: e qual è la notizia?

Salutoni e buon lavoro.

Francis Walsingham