Più qualità per difendersi dall’IA
Più robusta sarà la «cassetta degli attrezzi» del professionista, maggiori saranno le sue possibilità di conservare, con lo scorrere del tempo, un (buon) posto nel mercato del lavoro. E questo perché è «sulla qualità delle competenze che si gioca il futuro: se sono basse, è altamente probabile» che saranno le nuove tecnologie ad avere il […] L'articolo Più qualità per difendersi dall’IA proviene da Iusletter.
Più robusta sarà la «cassetta degli attrezzi» del professionista, maggiori saranno le sue possibilità di conservare, con lo scorrere del tempo, un (buon) posto nel mercato del lavoro. E questo perché è «sulla qualità delle competenze che si gioca il futuro: se sono basse, è altamente probabile» che saranno le nuove tecnologie ad avere il sopravvento. È il concetto espresso ieri mattina dal ministro del lavoro Marina Calderone, durante il convegno organizzato da ProfessionItaliane, l’associazione che riunisce 23 Consigli nazionali, che si è tenuto a Roma, presso lo Spazio Europa; l’evento è stato organizzato per indagare sui sentieri che stanno percorrendo gli strumenti innovativi, cercando di comprendere quali effetti genereranno sulle attività svolte dagli occupati indipendenti.
La «galassia» ordinistica, è stato sottolineato, considera basilare poter contare su regole certe e dar vita a norme deontologiche «ad hoc», che dovranno essere introdotte nei codici delle varie categorie per favorire l’adeguato l’inserimento dei sistemi di IA nel lavoro autonomo. E, a seguire, si rivelerà fondamentale immettere cospicue risorse nella formazione di quanti adoperano gli ultimi ritrovati tecnologici, così come disporre delle giuste garanzie sulla «trasparenza degli algoritmi» utilizzati. «Non dobbiamo commettere l’errore di pensare che abbiamo dinanzi ancora molto tempo», bensì occorre investire sullo sviluppo delle conoscenze, ha spiegato la titolare del dicastero di via Veneto, che ha sostenuto di nutrire «una forte preoccupazione per le sorti del settore dei servizi professionali: a fare la differenza sarà come» le categorie «sapranno reagire all’impatto dell’IA». Tuttavia, con riferimento alla crisi dell’editoria e del giornalismo, il ministro ha affermato che, se questo «assistente personale» digitale «si alimenterà con la spazzatura in rete, ciò che ne uscirà non sarà di certo» una informazione «qualitativamente elevata». A giudizio del presidente di ProfessionItaliane Rosario De Luca, soltanto con «un costante investimento sulle competenze possiamo garantire la competitività e la sostenibilità» delle categorie «nel lungo periodo», per il suo vice Armando Zambrano è indubbio che l’IA aiuta ad «ottimizzare i processi, riducendo gli errori e migliorando l’efficienza, ad esempio, nella progettazione e nella manutenzione». Ma urge una «regolamentazione» per governarla al meglio.
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