“Nell’azienda di Elisabetta Franchi politiche occupazionali contro le donne”: le motivazioni della condanna della stilista

Disse: "Per il ruolo di dirigente punto solo su uomini o donne over 40". Il tribunale ha imposto alla manager un ciclo di seminari annuali contro le disparità da organizzare con l'obbligo di partecipazione dei suoi dipendenti. L'iniziativa non è stata ancora applicata L'articolo “Nell’azienda di Elisabetta Franchi politiche occupazionali contro le donne”: le motivazioni della condanna della stilista proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 3, 2025 - 22:04
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“Nell’azienda di Elisabetta Franchi politiche occupazionali contro le donne”: le motivazioni della condanna della stilista

Quando Elisabetta Franchi disse di assumere come dirigenti della sua azienda solo donne over 40 e senza carichi famigliari non scherzava: diceva sul serio. Anche per questo il tribunale di Busto Arsizio l’ha condannata per discriminazione, il 4 giugno 2024. Sono appena state pubblicate le motivazioni della sentenza dalle quali emerge come le dichiarazioni della stilista fotografino in effetti la reale situazione della sua azienda: quelle frasi risultano infatti “del tutto corrispondenti a ciò che viene attuato nelle politiche occupazionali della società resistente – dicono i giudici – i cui dirigenti rispondono esattamente allo schema delineato dalle dichiarazioni della signora Franchi, risultando dall’organico prodotto dalla società due dirigenti donne assunte all’età di 48 e 57 anni, senza carichi familiari, e tre responsabili donne quadri assunte all’età di 50 e 53 anni, con un figlio a carico”.

A parte questa coincidenza tra quanto detto e quanto praticato, il tribunale ha comunque ribadito che anche l’aver solo pronunciato quelle parole costituisce di per sé un comportamento discriminatorio. E non basta richiamare l’articolo 21 della Costituzione per salvarsi. “La divisione per fasce di età viola proprio il principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione e mina l’articolo 2 di tutela dell’individuo nelle sue manifestazioni sociali, perché impedisce la realizzazione umana nel lavoro a chi ancora può avere figli. Pur garantendo l’articolo 21 della Costituzione la libertà di manifestare il proprio pensiero con qualsiasi mezzo di diffusione, tale libertà non ha natura di diritto assoluto e, pertanto, non può spingersi sino a violare altri principi costituzionalmente tutelati, quali, nella specie, gli articoli 2, 3, 4, 35 e 37 della Costituzione che tutelano la parità di trattamento in materia di occupazione e di lavoro e la realizzazione di un elevato livello di occupazione e di protezione sociale”.

Insomma, non basta farsi scudo con la libertà di espressione se quella libertà è utilizzata per violare altri principi costituzionali, come l’uguaglianza e la tutela dell’individuo, tanto più sul lavoro. E ancora di più se a parlare in quel modo è una famosa imprenditrice, che quindi ha anche un importante seguito. “La giurisprudenza della Corte di Cassazione – prosegue la sentenza – ha ribadito che le esternazioni di un soggetto idoneo per la sua posizione a incidere nei processi decisionali di una azienda sono idonee a determinare una discriminazione ‘in considerazione del pregiudizio, anche solo potenziale, che una categoria di soggetti potrebbe subire in termini di svantaggio o di maggiore difficoltà, rispetto ad altri non facenti parte di quella categoria, nel reperire un bene della vita, quale l’occupazione’”.

Il 4 maggio 2022, durante l’evento “Donne e moda” organizzato dalla società di consulenza Pricewaterhouse Cooper e dal quotidiano Il Foglio, Franchi disse di assumere come dirigenti solo donne over 40 poiché “se dovevano sposarsi, si sono già sposate, se dovevano far figli, li hanno già fatti, se dovevano separarsi hanno fatto anche quello e quindi diciamo che io le prendo che hanno fatto tutti i quattro giri di boa, quindi sono lì belle tranquille con me a mio fianco e lavorano h24, questo è importante”. A citarla in giudizio è poi stata l’associazione Anlod, che si occupa di lotta alle discriminazioni soprattutto sul lavoro con gli avvocati Carlo De Marchis e Silvia Conti. Il tribunale ha imposto a Elisabetta Franchi una sorta di ciclo di seminari contro le discriminazioni da organizzare in presenza di tutti i dipendenti: “Un piano di formazione aziendale sulle politiche discriminatorie che preveda la realizzazione di corsi annuali, con l’intervento di esperti, ai quali siano chiamati a partecipare, obbligatoriamente, tutti i dipendenti”. L’Anlod fa sapere che questo piano non è ancora stato attuato in concreto da parte di Elisabetta Franchi quindi è pronta a inviare solleciti.

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