Nel 2051 si andrà in pensione a 70 anni: la previsione shock dell’Istat
L’Italia si trova di fronte a una crescente sfida demografica che sta mettendo sotto pressione il sistema pensionistico. Le proiezioni dell’Istat indicano che l’età pensionabile aumenterà progressivamente, passando dagli attuali 67 anni a quasi 70 anni entro il 2051. Questo aumento è una conseguenza diretta dell’invecchiamento della popolazione e della diminuzione delle nascite. Il sistema...
L’Italia si trova di fronte a una crescente sfida demografica che sta mettendo sotto pressione il sistema pensionistico. Le proiezioni dell’Istat indicano che l’età pensionabile aumenterà progressivamente, passando dagli attuali 67 anni a quasi 70 anni entro il 2051. Questo aumento è una conseguenza diretta dell’invecchiamento della popolazione e della diminuzione delle nascite.
Il sistema pensionistico italiano è sostenuto da un rapporto sempre più squilibrato tra lavoratori e pensionati. Nel 2023, infatti, il numero di pensioni liquidate dall’Inps ha raggiunto un livello record, con una pensione ogni 39 abitanti.
Questo dato mette in evidenza un problema strutturale: mentre il numero di pensionati aumenta, la forza lavoro diminuisce, soprattutto a causa della denatalità. Le proiezioni indicano che entro il 2050, oltre un terzo della popolazione italiana sarà composta da persone con più di 65 anni.
Perché accade questo fenomeno
L’invecchiamento della popolazione, se da un lato rappresenta un successo in termini di aspettativa di vita, dall’altro mette a dura prova la sostenibilità del sistema previdenziale. Il numero di anni di pensione si allunga, mentre i contributi versati dai lavoratori attivi non sono sufficienti a coprire le necessità. Il problema è aggravato dalla storica pratica delle pensioni anticipate e dal lavoro in nero, che priva il sistema di importanti risorse contributive.
La situazione è resa ancora più complessa dal calo della natalità. Nel 2024 l’Italia ha registrato un ulteriore calo delle nascite, con circa 4.600 nati in meno rispetto all’anno precedente. Questa tendenza negativa, unita all’insufficiente compensazione demografica fornita dall’immigrazione, suggerisce che il sistema pensionistico italiano sarà sotto pressione per i decenni a venire.
Di fronte a questa situazione, il governo ha introdotto alcune misure per incentivare i lavoratori a posticipare il pensionamento, come il bonus Maroni. Tuttavia queste misure potrebbero non essere sufficienti. Secondo l’Istat, un cambiamento strutturale richiede politiche che favoriscano una maggiore partecipazione delle donne e dei giovani al mercato del lavoro, oltre a flussi migratori più consistenti per compensare il declino demografico.
La sostenibilità del sistema pensionistico italiano dipenderà dunque dalla capacità di adattarsi ai cambiamenti demografici e di promuovere un equilibrio tra generazioni. Senza interventi strutturali, il rischio di una crisi del sistema è sempre più concreto.
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