Lavoro autonomo, Fioroni: «È tenuto ai margini»
ll lavoro autonomo in Italia cresce a macchia d’olio. Sono 444mila i liberi professionisti non iscritti a ordini professionali, su un totale complessivo di lavoratori indipendenti che è pari a un milione e 352mila unità. In dodici anni, tra il 2008 e il 2020, i non ordinistici sono quasi raddoppiati, segnando un +95,5% (dati Confcommercio […] L'articolo Lavoro autonomo, Fioroni: «È tenuto ai margini» proviene da ilBollettino.
ll lavoro autonomo in Italia cresce a macchia d’olio. Sono 444mila i liberi professionisti non iscritti a ordini professionali, su un totale complessivo di lavoratori indipendenti che è pari a un milione e 352mila unità. In dodici anni, tra il 2008 e il 2020, i non ordinistici sono quasi raddoppiati, segnando un +95,5% (dati Confcommercio professioni).
Il reddito complessivo del lavoro autonomo
Rappresentano il segmento più dinamico dell’occupazione, generando un reddito complessivo che nello stesso periodo è cresciuto del 29,5% passando da 4,9 a 6,3 miliardi di euro. Le partite IVA per lo più attivi nel settore dei servizi. Circa la metà (49,4%) svolge attività scientifiche e tecniche ad alta specializzazione. A registrare gli incrementi più forti sono le attività dei servizi alla persona, dall’istruzione (+262%) all’assistenza sociale (147%) e al tempo libero (123%).
Sono ai margini
Nonostante i numeri in crescita «le partite IVA sono tenute ai margini» dice Anna Rita Fioroni, Presidente di Confcommercio Professioni. «Bisogna però far capire al Mercato i loro elementi qualitativi e reputazionali, valorizzandone le competenze». Non essendovi ordini né albi a cui iscriversi per i professionisti «occorrono criteri di riconoscibilità sempre più chiari, univoci e trasparenti, a tutela del consumatore». In questo hanno «un ruolo fondamentale le associazioni di rappresentanza».
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