F1 | Un “anno” di Hamilton in Ferrari tra attese e speranze
Il 1 febbraio 2024 sembrava una data come tante altre, una giornata tranquilla lontana dai riflettori della pista in vista
Il 1 febbraio 2024 sembrava una data come tante altre, una giornata tranquilla lontana dai riflettori della pista in vista dell’avvio della stagione di Formula 1 che sarebbe partita da lì a qualche settimana con le presentazioni delle vetture e i test invernali. E invece si è trasformata nella data simbolo di quella che può essere definito il colpo di mercato del secolo lato Circus: quella dell’annuncio di Lewis Hamilton in Ferrari, una vera e propria bomba mediatica deflagrata nell’universo del motorsport.
È dunque passato un anno dalla comunicazione ufficiale che sanciva un matrimonio storico che ha già visto scendere in pista la vettura più iconica e vincente della classe regina dell’automobilismo guidata dal pilota più vincente, con l’inglese che ha deciso di regalarsi un sogno nella parte conclusiva della propria carriera. Ferrari e Hamilton sembravano come due rette parallele e invece si sono intersecate in un preciso periodo storico, dove entrambe le parti in causa sono a secco di vittorie iridate, stringendosi in un vero e proprio piano di rilancio iridato.
In quelle poche e scarne righe della Ferrari apparsi sui social esattamente un anno fa c’era sì l’attesa per l’avvenuta del Pilota, sì con P maiuscola perché Lewis merita questo status guadagnatolo sul terreno di gioco a suon di vittorie e di campionati del mondo, ma al tempo stesso l’obiettivo principale era focalizzato su un campionato dove Maranello ha dato ottimi segnali di ripresa (eccezion fatta per la parte centrale di stagione dove sono gli sviluppi non hanno dato riscontri positivi) restando in lotta fino all’ultimo nel Costruttori con il titolo finito però a Woking.
Quello di Lewis invece è stato un anno non certo semplice, vissuto di fatto da separato in casa come d’altronde avvenuto anche in Ferrari per Carlos Sainz, dove però il sette volte campione del mondo è riuscito a ritagliarsi i propri spazi dividendo in egual numero le vittorie, una delle due arrivate nel feudo di casa di Silverstone, con il compagno di squadra George Russell. Senza dimenticare le ottime rimonte da metà gruppo che hanno visto protagonista il 44 negli appuntamenti di Las Vegas e Abu Dhabi chiusi sul podio. A dimostrazione come la carta di identità sia solamente un numero marginale se il soggetto in questione è ancora animato dal sacro fuoco della competizione.
Dal grigio Mercedes al rosso Ferrari, con Hamilton che ha avuto modo di sperimentarlo in queste prime settimane dividendosi tra Maranello, Fiorano e Barcellona dove la Rossa tornerà in pista la prossima settimana per i test Pirelli 2026. Un gigante entrato in punta di piedi nell’universo del Cavallino, venendo travolto dal calore, dall’amore e dal desiderio della gente che ha letteralmente preso d’assalto il ponte di Fiorano quando Lewis ha provato per la prima volta una Rossa, la SF-23, nel battesimo di pista in salsa rossa lo scorso 22 gennaio.
Ora la Ferrari, come espresso in precedenza, ha un grande dovere morale. Prendendo tra le proprie fila Hamilton si è assunta un grosso obbligo: quello di progettare un’auto vincente, aspetto quest’ultimo che sarebbe assolutamente scontato anche con qualsiasi tipo di pilota presente a Maranello, ma ora diventa una forzatura. Maranello infatti non può consegnare tra le mani di un campione come Lewis una vettura da terza/quarta fila: sarebbe inaccettabile, un peccato di lesa maestà.
Era da tempo che non si respirava un’attesa così briosa e frizzante dalle parti di Maranello, il tutto chiaramente amplificato dall’arrivo del driver più vincente della storia. Non poteva essere diversamente. Ad alimentare questa attesa anche l’ultimo post dell’inglese sui social, dove su Instagram ha esternato una certa impazienza nell’attesa di disputare il suo primo GP in rosso (“La prima gara non arriverà mai abbastanza presto”, ha scritto) accompagnato da una foto nella quale volge lo sguardo all’orizzonte in attesa della nuova sfida che lo attende.
E chissà cosa si dirà il prossimo anno, sempre alla data del 1 febbraio. Sarà già andata in archivio la prima stagione di Hamilton in Ferrari, se sarà stata memorabile o meno lo sapremo cammin facendo. O come cantava Battisti: “Chissà che sarai. Chissà che sarà di noi. Lo scopriremo solo vivendo”. Con la speranza che sia un Mondiale con il nastro… rosso.
Piero Ladisa