Crociera in Scozia: alla scoperta delle isole più remote del Regno Unito

In crociera in Scozia. “Navighiamo in mare aperto, entriamo nei fiordi, sfioriamo rade e scogliere. Ma non è questo il difficile. Il vero momento impegnativo è alla partenza, quando la nave deve attraversare, con precisione millimetrica, lo stretto passaggio che separa il porto di Edimburgo dal Mare del Nord”. Scherza, ma non troppo, Alexander Golubev, L'articolo Crociera in Scozia: alla scoperta delle isole più remote del Regno Unito sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Jan 16, 2025 - 11:06
Crociera in Scozia: alla scoperta delle isole più remote del Regno Unito

In crociera in Scozia. “Navighiamo in mare aperto, entriamo nei fiordi, sfioriamo rade e scogliere. Ma non è questo il difficile. Il vero momento impegnativo è alla partenza, quando la nave deve attraversare, con precisione millimetrica, lo stretto passaggio che separa il porto di Edimburgo dal Mare del Nord”. Scherza, ma non troppo, Alexander Golubev, capitano ucraino di lungo corso che in trent’anni di professione si è spinto in ogni angolo liquido del pianeta, dall’Artico all’Antartide.

Ogni volta che indirizza la prua della motonave Venture oltre i bacini d’ormeggio del Forth Ports Leith, punto di imbarco per le crociere della compagnia di lusso Seabourn verso le isole remote della Scozia, tradisce una certa emozione. “Si parte da un canale con delle chiuse che si alzano e abbassano in base al gioco delle maree: ci vuole calma e precisione per guadagnare la libertà del mare”.

Crociera in Scozia
In rosso, la crociera in Scozia raccontata in questo articolo. In verde e azzurro le altre rotte disponibili

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L’expedition cruise: tra avventura e undertourism

Calma e tranquillità aleggiano a bordo fra i passeggeri durante le riunioni organizzative nel salone di prua Discovery Center, quando il capo spedizione Seb Coulthard dispensa informazioni e consigli utili sul viaggio. A che ora si attraccherà la giornata successiva, come saranno il meteo e le onde, se l’arrivo è previsto in porto oppure si sbarcherà a bordo dei gommoni Zodiac in grado di ospitare fino a 12 persone.

Con un’incognita costante, da tenere sempre presente. “Nel Mare del Nord il regista di ogni crociera è il tempo. Se è cattivo e c’è burrasca, potremmo dover modificare la rotta o saltare una tappa”, precisa.

Crociera in Scozia
La Seabourn Venture all’ancora al largo di Fair Isle

È il bello e l’inaspettato delle expedition cruise, le crociere a cinque stelle che mettono insieme guide esperte, turismo d’avventura e, viste le dimensioni contenute delle navi (e il numero esiguo di passeggeri, qui 264), il fascino di giungere là dove i transatlantici non arrivano.

Un biglietto per l’undertourism verso il nord sempre più verde e remoto della Scozia, dove il tempo pare scorrere con un altro ritmo e sono le ore di luce o di buio a scandire il ciclo della vita.

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La prima tappa della crociera in Scozia: Invergordon

Il mare è calmo, così la notte di navigazione alla volta di Invergordon, prima tappa sulla costa delle Highlands, ha il sapore rassicurante dei luoghi noti. In questa cittadina portuale nel Moray Firth, il fiordo più esteso di Scozia, le case sono tele di street art. Raccontano tante storie a colori, dall’incendio che distrusse l’hotel più bello, ai riti della pesca, alla partenza dei soldati per la Seconda guerra mondiale.

“L’hanno chiamato Invergordon Off the Wall: è un progetto nato vent’anni fa per contrastare la crisi economica e sociale attraverso l’arte, il cielo plumbeo dei giorni invernali con la vivacità cromatica dei murales, ravvivando anche lo spirito di comunità”, precisa Seb Coulthard.

Invergordon
Un murale dedicato alla pesca nella cittadina di Invergordon

Crociera in Scozia: da Thurso al lago di Loch Ness

In estate però è diverso. Anche con le nuvole, le passeggiate lungo la costa sono un propulsore di felicità. In direzione nord, fino a Thurso, dove migliaia di anni fa si pensava finisse il mondo, la litoranea North Coast 500 regala un carosello di panorami incredibili.

E con un tragitto di un’ora attraverso un paesaggio macchiato di distese di colza, rododendri e borghi-cartolina, si arriva alle sponde del lago di Loch Ness, ben reclamizzate da un misto di marketing, storie e fantasia.

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Crociera in Scozia: distillerie, castelli e l’ombra di Nessie

“Benvenuti nella terra dei vichinghi e di Nessie”, raccontano le guide che accompagnano i crocieristi durante l’escursione, elogiando lungo il percorso le placide mucche Highlander dal pelo lungo e dalle corna pronunciate, le numerose distillerie di whisky doppio malto e gli Highland Pony, razza equina autoctona di origini antichissime.

Castello di Urquhart sul lago di Loch Ness
Sul lago di Loch Ness, il castello di Urquhart è un monumento storico delle Highlands scozzesi

Urquhart

Sulle sponde del lago la visita obbligata è a Urquhart, un castello in rovina abitato per oltre 500 anni da nobili scozzesi o inglesi, a seconda di come ha girato di volta in volta il vento della storia.

Tutt’intorno, una poesia di prati verdi e acque blu, che grazie alla temperatura costante di sei gradi e ai circa 230 metri di profondità dei fondali, giustifica la leggenda che da qualche parte sott’acqua possa davvero vivere un mostro marino.

Kirkwall e le Orcadi

Lasciata Invergordon, da ora in avanti saranno solo piccole isole dominate da una natura aspra e selvaggia. Tracce di urbanizzazione ordinata si incontrano a Kirkwall, capitale dell’arcipelago delle Orcadi, 70 isole (di cui solo una ventina abitate) che un tempo appartenevano alla Norvegia, ai confini di un mondo estremo dominato dal vento.

The Sunday Times ha collocato le Orcadi nella classifica dei migliori posti al mondo grazie all’alta qualità della vita, e pazienza per le raffiche di vento che superano i 90 chilometri all’ora impedendo agli alberi di crescere. Regalano in cambio distese vellutate punteggiate a perdita d’occhio da greggi di pecore.

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Stromness

Spiegano al Tourist Information Centre di Stromness: “In tutto l’arcipelago siamo 22 mila persone, 44 mila pecore e circa 150 siti neolitici, di cui sei sono stati dichiarati monumenti Unesco. Il più famoso è il Ring of Brodgar: un anello di pietre datato 2.500 a.C., ancora più antico di Stonehenge”.

Seconda città dell’isola principale – nome pomposo, MainlandStromness è sede di belle scoperte: il viavai mattiniero dei pescherecci nel porto, uno spaccio alimentare che vende gelato artigianale fatto con il latte di mucche scozzesi dell’arcipelago, i negozi di bric-à-brac lungo Victoria Street e un’atmosfera fané densa di poesia.

Rapita dallo stesso incanto, la collezionista e mecenate britannica Margaret Gardiner (1904-2005), che qui si rifugiava per isolarsi dal mondo, alla fine degli anni Settanta donò una settantina di opere alla città, ora esposte nelle belle sale del Pier Arts Centre, accanto a mostre di artisti locali e internazionali.

Stromness
Una tipica casa in pietra a Stromness, cittadina sull’isola di Mainland, nell’arcipelago delle Orcadi

Fair Isle, tra le Orcadi e le Shetland

Dopo le Orcadi, la nave fa rotta verso un’isola che la maggior parte dei passeggeri non ha mai sentito nominare: “Faroe? Ma non sono in Danimarca?”, domanda una turista americana. “Non Faroe, Fair Isle, a metà strada fra le Orcadi e le Shetland”, la corregge Seb Coulthard.

Più che un’isola, è un grande scoglio, neanche sette chilometri quadrati di superficie sui quali svettano due chiese, una nursery, una scuola elementare e grappoli di case colorate sparse nella brughiera: ci vive una comunità di 50 persone, quanto basta per poter vantare il titolo di fazzoletto di terra abitato più remoto di Gran Bretagna.

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Spiagge bianche e scogliere

I gommoni che fanno la spola fra la nave e la costa si muovono veloci su un mare inaspettatamente calmo, dai colori polinesiani, fino a una spiaggia di sabbia bianca abbracciata da scogliere alte 200 metri, ricoperte di muschio e abitate da numerose colonie di pulcinella di mare.

“Siamo nel mezzo delle rotte migratorie, in estate decine di migliaia di uccelli marini arrivano qui per riprodursi, c’era anche un osservatorio ma è stato chiuso”, spiega Luciano Bernacchi, esperto di ecoturismo e guida expedition Seabourn di origini argentine.

Broch of Mousa, Isole Shetland
La torre preistorica di Mousa Broch. Per  raggiungerla si cammina su passerelle sospese fra i prati senza mai uscire dal tracciato, per non danneggiare l’ambiente

I cardigan Fair Isle

Un altro vanto locale sono i tradizionali maglioni a disegni geometrici, grigi, marroni, bianchi, saliti agli onori della cronaca quando, nel 2015, una magliaia scozzese residente sull’isola accusò la maison Chanel di averne copiato la trama.

La vicenda si risolse con le scuse della multinazionale della moda; da allora i cardigan chiamati proprio Fair Isle, tessuti con pura lana di pecore allevate sull’isola, vengono venduti in tutto il mondo al prezzo di 500 euro a capo.

Scozia, Fair Isle
Sui campi gonfi di pioggia di Fair Isle, remota isola delle Shetland, pascolano le pecore dalla cui lana si ricavano i pregiati maglioni

“Sembra molto, ma per farli ci vuole un mese di lavoro” racconta Eileen Thomson, aspirante magliaia tornata sulla sua isola dopo una decina d’anni trascorsi a Edimburgo. “È stato un richiamo alle origini, la mia famiglia è qui da quattro secoli, abbiamo un podere e un gregge di pecore, un orto tutto nostro. Non ci sentiamo soli, c’è molta vita di comunità. E quando sento il desiderio di tornare nella civiltà bastano 25 minuti di volo su un ultraleggero per atterrare a Lerwick, la capitale delle Shetland”.

Si lascia Fair Isle stregati da una sorta di incantesimo: è così forte il potere suggestivo di questo scoglio solitario da azzerare il disagio della pioggia sferzata dal vento, arrivata all’improvviso dopo una calda mattinata di sole.

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Crociera in Scozia: dalla preistoria ai santuari naturali

Mousa

Le tappe successive, Mousa e Noss, ancora più piccole e impervie, sono entrambe riserve naturali abitate solamente da greggi di pecore e uccelli. A Mousa si sbarca per camminare lungo i sentieri ben tracciati, creati per proteggere le uova dei volatili nascoste fra le rocce, verso un luogo potente e inaspettato: The Broch, una torre preistorica dell’Età del ferro.

Ci si arrampica lungo una ripida scala fino alla sommità dell’edificio, dove la vista spazia a 360 gradi sul paesaggio che profuma di erba e salsedine.

Broch of Mousa, Isole Shetland
Crocieristi all’interno della torre Mousa Broch, sulla remota isola di Mousa

Noss

Noss è un santuario, la dimora di oltre 200 mila uccelli marini, soprattutto sule, urie, gabbiani reali, pulcinella di mare. Dà il meglio di sé quando lo si esplora a pelo dell’acqua, a bordo degli odiac che navigano lenti fra piccole gole abbracciate da ripide pareti di roccia ricoperte di nidi. Un luogo da contemplazione, sonora e visiva.

Lo spettacolo degli uccelli in volo, e il suono assordante dei loro canti fa sentire il viaggiatore un intruso. La natura si tiene stretta i suoi spazi in questo angolo di Scozia visitato da appena cinquemila turisti all’anno, un terzo a bordo del traghetto in partenza in estate dall’isola di Bressay, di fronte, gli altri su barche private o con i gommoni delle expedition cruise in rotta verso il Nord.

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Lerwick

A Lerwick, che si raggiunge la mattina seguente dopo aver navigato sotto un cielo velato di stelle, la scena cambia. Il vento e la danza di sole e nuvole nella vastità del cielo nordico, accompagnano alla scoperta della piccola capitale delle Shetland, 7.500 anime e la fama di città-capoluogo più settentrionale della Gran Bretagna, il cui nome deriva dal norvegese e significa “baia di argilla”.

Si cammina nel centro storico dominato dal seicentesco Fort Charlotte, con i cannoni puntati verso il mare, e nelle vie punteggiate dai deliziosi negozi di capi in lana torna l’urbanizzazione alla quale ci si stava, lentamente, disabituando.

Per ritrovare scampoli di solitudine basta però un’escursione nella campagna, fra piccole fattorie dove i pony vagano liberi, davanti ai resti del seicentesco Scalloway Castle oppure al cospetto dell’insediamento vichingo di Old Scatness, in estate aperto alle visite.

Le sue case in pietra, che risalgono a oltre mille anni fa, raccontano cosa erano un tempo le Shetland: un remoto arcipelago dove il Mare del Nord incontra l’Atlantico. E dove la terra si inchina all’oceano.

Lerwick, Isole Shetland
Un sobborgo di Lerwick con il faro di Bressay sullo sfondo

Crociera in Scozia: da sapere

Nella Terra dei vichinghi (e oltre)

In Scozia, accanto alla bandiera dell’Union Jack, sventola quella scozzese, con la croce decussata di Sant’Andrea. E nei remoti arcipelaghi delle Orcadi e delle Shetland, accanto alle bandiere scozzese e britannica, c’è quella di un’altra nazione, la Norvegia.

Il motivo è semplice: queste terre sono state a lungo un possedimento vichingo, feudo del re norvegese o sotto il controllo del signore delle isole vichingo-gaelico, il cui dominio durò fino al XV secolo, quando sia le Orcadi sia le Shetland tornarono a essere parte del regno di Scozia.

A causa dell’isolamento geografico e dei commerci, pesca in primis, i rapporti con i norvegesi non terminarono mai. Ancora oggi si parla un dialetto che mescola inglese, scozzese e norvegese antico, molti nomi hanno radici norrene, così come le tradizioni più importanti.

A Lerwick e in molte altre città a fine gennaio si festeggia l’UP Helly Aa, il festival vichingo del fuoco, con migliaia di visitatori e figuranti in costume che lanciano torce su una galea vichinga. I vichinghi arrivarono mille anni fa, ma la storia delle Shetland risale a seimila anni prima e alcuni siti come il Mousa Broch – una struttura in pietra dell’Età del ferro sull’isola omonima – sono parte dell’itinerario crocieristico.

Ancora più antichi i ritrovamenti neolitici delle Orcadi, dal 1999 patrimonio Unesco: il più famoso, il Ring of Brodgar, ha quasi cinquemila anni di storia.

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Il lato wild dell’Europa

“Non ero mai stata in Scozia”, racconta Elena Luraghi, autrice del servizio. “Avevo respirato i suoi paesaggi gonfi di pioggia attraverso i racconti di amici, considerando il cielo plumbeo una minaccia al mio irrefrenabile desiderio di sole. Fin dal primo giorno di navigazione, ho capito che le nuvole possono essere sculture viventi, che le giornate lunghe dell’estate non si devono nutrire necessariamente di cieli blu (che ho comunque incontrato per una buona metà del viaggio) e temperature miti.

riserva naturale Mull Head, scogliere sull'isola di Orkney
Le scogliere a picco sul mare della riserva naturale di Mull Head, nelle Orcadi

Passare improvvisamente dal sole alla pioggia gelata di Fair Isle, camminare fra i sentieri preistorici delle Orcadi sferzati dal vento, mi hanno aiutata a comprendere che quei luoghi così remoti e selvaggi senza i capricci del meteo non potrebbero esistere. Il lato wild della Scozia vale il prezzo di maglioni pesanti e stivali da pioggia, anche in piena estate”.

In valigia

Sulla nave il dress code è casual-elegante. A terra, dato il clima variabile bisogna prevedere un abbigliamento diversificato, adatto agli acquazzoni come alle giornate di sole, che in Scozia possono talvolta regalare temperature miti.

Scarponcini da trekking e maglioni sono indispensabili, come anche i pantaloni antivento da indossare a bordo del gommone. Non servono invece il cappello e il parka imbottito, donati agli ospiti della crociera quando si imbarcano.

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Le nostre scelte

Per il viaggio raccontato in queste pagine sono necessari circa 14 giorni. Il costo parte da 8.200 € a persona, voli esclusi.

Contatti utili

In Italia il referente di Seabourn è il tour operator Gioco Viaggi di Genova, specializzato in crociere in ogni angolo del mondo. Per informazioni: tel. 010.55.31.169.

Altri link utili sono quelli dell’Ente del turismo scozzese e dell’Ente del turismo britannico. Per informazioni dettagliate sulle Orcadi e sulle Shetland consultare i siti a questi link.

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