Che cosa significa la tregua tra Israele e Hamas e cosa succede ora (spiegato in modo semplice)
Festeggiamenti nella Striscia di Gaza - Fonte foto: La Stampa Nella tarda serata di mercoledì 15 gennaio, il Primo Ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha annunciato che Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco a Gaza. L'accordo arriva dopo 15 mesi di guerra: in base a quanto comunicato dal Primo Ministro qatariota, la tregua comincerà domenica 19 gennaio, a un orario ancora da definire, e prevede tre fasi. Inizialmente, saranno liberati 33 ostaggi israeliani e circa mille detenuti palestinesi, e si procederà poi con il graduale ritiro delle truppe israeliane dai territori palestinesi. Nonostante il testo dell’accordo non sia ancora stato reso pubblico, in una conferenza stampa il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha anticipato alcuni dettagli. Indice Lo sforzo congiunto di Trump e Biden L'accordo verrà approvato oggi da Israele Cosa prevede l'accordo Che cosa succede adesso? Lo sforzo congiunto di Trump e Biden L'accordo è frutto di mesi di trattative, e arriva grazie allo sforzo congiunto da parte di Usa, Egitto e Qatar. Le prime indiscrezioni sulla tregua erano trapelate su Truth, il social network di Donald Trump. Qui, è stato proprio il neopresidente americano ad affermare che “questo epico accordo di cessate il fuoco avrebbe potuto realizzarsi solo in seguito alla nostra storica vittoria di novembre, poiché ha segnalato al mondo intero che la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati". Poco dopo, è arrivata la conferma anche da parte di Joe Biden. Come riportato da Il Post, il Presidente uscente ha confermato che “dopo molti mesi di intensa diplomazia da parte degli Stati Uniti, insieme a Egitto e Qatar, Israele e Hamas hanno raggiunto un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi. Questo accordo fermerà i combattimenti a Gaza, aumenterà l'assistenza umanitaria tanto necessaria ai civili palestinesi e riunirà gli ostaggi alle loro famiglie dopo oltre 15 mesi di prigionia". L'accordo verrà approvato oggi da Israele Nel frattempo, anche Hamas, in un comunicato, ha annunciato di avere accettato l'accordo. Per diventare effettivo, il negoziato dovrà essere approvato dal governo israeliano che si riunirà proprio questa mattina. Intanto, il Primo Ministro d'Israele, Benjamin Netanyahu, ha ringraziato pubblicamente Donald Trump e Joe Biden per l'impegno dedicato alla causa. In varie parti di Gaza ci sono già stati diversi festeggiamenti, anche se il governo, guidato da Hamas, ha detto agli abitanti della Striscia di attendere la proclamazione ufficiale del cessate il fuoco prima di spostarsi. Cosa prevede l'accordo In base a quanto emerso finora, l’accordo di cessate il fuoco è articolato in diverse fasi. Una prima fase, in cui sarà in vigore per 42 giorni un cessate il fuoco, durante il quale Hamas dovrebbe liberare 33 ostaggi vivi tra cui principalmente donne, bambini, anziani e civili feriti. Dal canto suo, Israele dovrebbe a sua volta liberare centinaia di prigionieri palestinesi e ritirare le proprie truppe dalle aree più densamente abitate della Striscia. Al contempo, è previsto l'aumento delle consegne di aiuti umanitari. I dettagli delle due fasi successive, invece, non sono ancora chiari, ma una prima ricostruzione arriva sempre da Il Post. Secondo quanto leggiamo, nella seconda fase dell'accordo, Hamas dovrebbe rilasciare tutti gli altri ostaggi in cambio di altri prigionieri palestinesi detenuti in Israele, e Israele dovrebbe completare il ritiro di tutte le sue truppe dalla Striscia. Nella terza e ultima fase Hamas dovrebbe consegnare i corpi degli ostaggi morti durante la prigionia e cominciare l’attuazione di un piano per la ricostruzione di Gaza (su cui ci saranno ulteriori negoziati). Che cosa succede adesso? Le ostilità nella Striscia di Gaza proseguivano da oltre un anno. Dal 7 ottobre del 2023, per la precisione, con l’attacco terroristico senza precedenti di Hamas in territorio israeliano. Successivamente decine di migliaia di civili palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti e dagli attacchi israeliani, e gran parte delle abitazioni e delle infrastrutture di Gaza è andata distrutta. Trovata l'intesa, dunque, la questione è capire quanto reggerà la pace. Mentre il Presidente uscente Joe Biden si è detto “completamente fiducioso”, il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha rivelato che “lunedì sarò in Israele e Palestina per incoraggiare e favorire questo processo di pace noi riteniamo che l'obiettivo finale debba essere quello dei due popoli, due Stati. Siamo pronti anche a dare una presenza militare in previsione di una eventuale scelta delle Nazioni Unite di dar vita ad una sorta di amministrazione modello Unifil in Palestina per unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania", come riporta SkyTg24. L'impressione, però, è che la strada verso la pace rimanga in salita. Da entrambe le parti,
Nella tarda serata di mercoledì 15 gennaio, il Primo Ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha annunciato che Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco a Gaza.
L'accordo arriva dopo 15 mesi di guerra: in base a quanto comunicato dal Primo Ministro qatariota, la tregua comincerà domenica 19 gennaio, a un orario ancora da definire, e prevede tre fasi.
Inizialmente, saranno liberati 33 ostaggi israeliani e circa mille detenuti palestinesi, e si procederà poi con il graduale ritiro delle truppe israeliane dai territori palestinesi. Nonostante il testo dell’accordo non sia ancora stato reso pubblico, in una conferenza stampa il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha anticipato alcuni dettagli.
Indice
Lo sforzo congiunto di Trump e Biden
L'accordo è frutto di mesi di trattative, e arriva grazie allo sforzo congiunto da parte di Usa, Egitto e Qatar. Le prime indiscrezioni sulla tregua erano trapelate su Truth, il social network di Donald Trump.
Qui, è stato proprio il neopresidente americano ad affermare che “questo epico accordo di cessate il fuoco avrebbe potuto realizzarsi solo in seguito alla nostra storica vittoria di novembre, poiché ha segnalato al mondo intero che la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati".
Poco dopo, è arrivata la conferma anche da parte di Joe Biden.
Come riportato da Il Post, il Presidente uscente ha confermato che “dopo molti mesi di intensa diplomazia da parte degli Stati Uniti, insieme a Egitto e Qatar, Israele e Hamas hanno raggiunto un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi. Questo accordo fermerà i combattimenti a Gaza, aumenterà l'assistenza umanitaria tanto necessaria ai civili palestinesi e riunirà gli ostaggi alle loro famiglie dopo oltre 15 mesi di prigionia".
L'accordo verrà approvato oggi da Israele
Nel frattempo, anche Hamas, in un comunicato, ha annunciato di avere accettato l'accordo. Per diventare effettivo, il negoziato dovrà essere approvato dal governo israeliano che si riunirà proprio questa mattina.
Intanto, il Primo Ministro d'Israele, Benjamin Netanyahu, ha ringraziato pubblicamente Donald Trump e Joe Biden per l'impegno dedicato alla causa. In varie parti di Gaza ci sono già stati diversi festeggiamenti, anche se il governo, guidato da Hamas, ha detto agli abitanti della Striscia di attendere la proclamazione ufficiale del cessate il fuoco prima di spostarsi.
Cosa prevede l'accordo
In base a quanto emerso finora, l’accordo di cessate il fuoco è articolato in diverse fasi. Una prima fase, in cui sarà in vigore per 42 giorni un cessate il fuoco, durante il quale Hamas dovrebbe liberare 33 ostaggi vivi tra cui principalmente donne, bambini, anziani e civili feriti.
Dal canto suo, Israele dovrebbe a sua volta liberare centinaia di prigionieri palestinesi e ritirare le proprie truppe dalle aree più densamente abitate della Striscia. Al contempo, è previsto l'aumento delle consegne di aiuti umanitari.
I dettagli delle due fasi successive, invece, non sono ancora chiari, ma una prima ricostruzione arriva sempre da Il Post. Secondo quanto leggiamo, nella seconda fase dell'accordo, Hamas dovrebbe rilasciare tutti gli altri ostaggi in cambio di altri prigionieri palestinesi detenuti in Israele, e Israele dovrebbe completare il ritiro di tutte le sue truppe dalla Striscia.
Nella terza e ultima fase Hamas dovrebbe consegnare i corpi degli ostaggi morti durante la prigionia e cominciare l’attuazione di un piano per la ricostruzione di Gaza (su cui ci saranno ulteriori negoziati).
Che cosa succede adesso?
Le ostilità nella Striscia di Gaza proseguivano da oltre un anno. Dal 7 ottobre del 2023, per la precisione, con l’attacco terroristico senza precedenti di Hamas in territorio israeliano.
Successivamente decine di migliaia di civili palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti e dagli attacchi israeliani, e gran parte delle abitazioni e delle infrastrutture di Gaza è andata distrutta.
Trovata l'intesa, dunque, la questione è capire quanto reggerà la pace.
Mentre il Presidente uscente Joe Biden si è detto “completamente fiducioso”, il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha rivelato che “lunedì sarò in Israele e Palestina per incoraggiare e favorire questo processo di pace noi riteniamo che l'obiettivo finale debba essere quello dei due popoli, due Stati. Siamo pronti anche a dare una presenza militare in previsione di una eventuale scelta delle Nazioni Unite di dar vita ad una sorta di amministrazione modello Unifil in Palestina per unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania", come riporta SkyTg24.
L'impressione, però, è che la strada verso la pace rimanga in salita. Da entrambe le parti, infatti, non mancano i malumori. l capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, dopo l'accordo sulla tregua con Israele ha detto: “A nome di tutte le vittime, di ogni goccia di sangue versata e di ogni lacrima di dolore e oppressione, diciamo: non dimenticheremo e non perdoneremo".
Gli fa eco il Ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich: “L'accordo che sarà presentato al governo è un accordo cattivo e pericoloso per la sicurezza dello Stato d'Israele".